spese militari

Quel ritrovato impegno della politica sulla spesa per la Difesa

Il voto alla  Camera a larghissima maggioranza sull’aumento tendenziale delle spese militari fino al 2 per cento è un’ottima notizia.

Il Parlamento raccoglie  l’indirizzo espresso dal presidente del consiglio Draghi nei giorni scorsi e dimostra che buona parte della classe politica ha compreso l’importanza della partita che si sta giocando in queste settimane su temi come sicurezza, difesa, politica estera ed energia.

Il segnale è chiaro: l’Italia si allinea agli altri grandi Paesi europei che hanno deciso di aumentare la spesa per la difesa davanti alla minaccia russa sull’Europa. Ricordiamo l’esempio di Berlino che ha aumentato la spesa militare con un investimento clamoroso di decine di miliardi.

Come fa notare Stefano Folli, il voto alla Camera è anche un messaggio importante sulla unità politica davanti a fatti straordinariamente tragici come la guerra o la pandemia.

“Ora sulla politica della difesa il paese si riscatta e anche la classe dirigente, di maggioranza come di opposizione, riesce a mostrare senso di responsabilità, come è accaduto, non di frequente, in altri momenti cruciali della vita repubblicana”.

L’aumento della spesa per la difesa è un passaggio chiave anche rispetto al sistema di alleanze e della sicurezza collettiva in cui si trova il nostro Paese, NATO, Europa, alleato americano.

Solo se i Paesi europei investiranno massicciamente nella difesa saremo in grado di diventare più indipendenti come Europa dagli Usa sul tema della sicurezza.

Del resto, va tenuto presente che ad oggi l’80 per cento della spesa militare che sorregge la NATO viene da Paesi che non fanno parte della Unione Europea.