Eccolo qua, l’uomo “assennato” che scrive “lettere dolcissime” e regala bottiglie di vodka ai vecchi amici. Vladimir Putin – il personaggio nelle cui mani, per capire, Silvio Berlusconi 20 anni fa ha consegnato l’indipendenza energetica dell’Italia -, il caro amico con cui il leader di Forza Italia ha “riallacciato i rapporti”, non pago di aver invaso, devastato e distrutto l’Ucraina, ha poco fa proclamato la legge marziale nelle regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk, territori ucraini annessi poche settimane fa dalla Russia con un referendum farsa. Territori che l’esercito di Kiev sta progressivamente liberando giorno dopo giorno. L’annessione, peraltro, imposta da Mosca, non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale.
“Kiev continua a respingere ogni proposta di negoziato – ha detto Putin, che confonde i negoziati con la resa incondizionata dell’Ucraina -. Sono entrate in vigore le leggi costituzionali sull’ammissione di quattro nuove regioni nella Federazione russa. Il regime di Kiev, come sapete, ha rifiutato di riconoscere la volontà e la scelta delle persone, respinge ogni proposta negoziale. Al contrario, continua i bombardamenti. Persone innocenti stanno morendo”.
Ovviamente Putin dà fondo a tutte le scorte della sua propaganda, tanto cara ai suoi adepti di casa nostra, Berlusconi in primis, per nascondere una verità ormai sotto gli occhi di tutti: l’Ucraina sta riportando importanti successi militari anche nei tornitori annessi, nonostante la barbarie dei russi, e molti elementi dell’Armata Rossa, specie quelli arruolati per precetto, hanno disertato per non andare a combattere. La legge marziale, dunque, è una mossa della disperazione dello zar isolato e alle prese con difficoltà militari: l’autarca cerca disperatamente di trovare sponda in quella parte della comunità internazionale – tra cui i nostri Lega, FI, M5S e pacivendoli vari – che chiede all’Ucraina una resa senza condizioni, evocando lo spettro di una imminente escalation dai risvolti sempre più preoccupanti.
Alla luce delle nuove vergognose azioni del presidente russo, ci si chiede come possa là premier in pectore Giorgia Meloni, la quale si professa atlantista e sostenitrice dell’Ucraina, solo pensare di costruire un governo insieme agli amici di Putin, affidando a Forza Italia addirittura il ministero degli Esteri.