Sono numeri spaventosi, da brividi; numeri che raccontano un esodo biblico condotto con violenze, minacce e sparizioni.
“Due milioni e mezzo di deportati in Russia”: è questa l’impressionante cifra denunciata da Kiev, durante la seduta del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il numero, proclamato dalla vice ambasciatrice ucraina alle Nazioni unite, Khrystyna Hayovyshyn, comprende i bambini e le donne, i soldati catturati e gli anziani spediti e sparpagliati per tutta la Russia. Sono stati deportati in “regioni isolate e depresse della Siberia e dell’estremo oriente”, dice Hayovyshyn secondo cui “coloro che hanno opinioni politiche diverse o sono affiliati al governo o ai media ucraini scompaiono, mentre i bambini vengono strappati dalle braccia dei genitori”.
Per ora le stime americane sono più contenute, ma restano da capogiro, scrive oggi Repubblica: “Le autorità di Mosca hanno interrogato, detenuto e deportato con la forza in Russia tra 900mila e 1,6 milioni di ucraini, spesso in regioni isolate dell’Estremo Oriente”, denuncia l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, secondo cui “250 mila bambini sono stati sottoposti a filtrazione”. “Abbiamo le prove – continua – che centinaia di migliaia di ucraini, compresi bambini, sono stati interrogati, detenuti e deportati con la forza. Alcuni semplicemente svaniscono. Un numero crescente di testimoni oculari e sopravvissuti alle operazioni di filtrazione racconta le minacce, molestie e tortura da parte delle forze di sicurezza russe. Sono stati oggetto di perquisizioni invasive, interrogatori in circostanze disumane e umilianti. Tutto ciò riecheggia un periodo molto oscuro del passato”.
L’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano all’Onu, denuncia che “i sistema di filtraggio dei civili ucraini è una violazione dello jus in bello (il diritto internazionale umanitario nei conflitti) così profonda come non abbiamo assistito in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”. L’Italia chiede alla Russia “di garantire l’immediato ritorno di tutti i cittadini ucraini trasferiti con la forza, in particolare donne e bambini”.
Dal canto suo Mosca minimizza: “Un’inutile perdita di tempo” per “la campagna di disinformazione ordita dall’Ucraina e dai suoi alleati occidentali”. Gli ucraini in Russia “sono sottoposti a registrazione, non filtrazione”. Per Mosca espatriano volontariamente: la stampa russa racconta la loro nuova vita da cittadini “felici e già integrati”.