Le priorità pupuliste di Giorgia: rave, tetto del contante, no vax

È ormai chiaro che la nuova maggioranza di centrodestra guidata da Giorgia Meloni voglia smarcarsi dal precedente governo. La discontinuità con l’esecutivo di Mario Draghi è palese. Quella dell’ex numero uno della Bce è una stagione finita. L’era Draghi ha lasciato il passo ad un presente in cui FdI e i suoi alleati sembrano trovar gusto ad agitare le loro bandierine identitarie, dai rave al merito, per scatenare una reazione ideologica nei loro oppositori. Anziché occuparsi delle vere emergenze del Paese, dalla crisi energetica all’inflazione galoppante che sta piegando famiglie e imprese, Meloni sta portando infatti avanti quello che Claudio Cerasa su «Il Foglio» ha chiamato «il trollaggio della sinistra».

In cosa consiste? Il piano “diabolico” spiega il direttore è quello di individuare degli argomenti dal forte valore simbolico, farli propri e trasfigurarli in «degli argini contro il fantomatico populismo della sinistra». Un’operazione che porta la destra a dei risultati non da poco: «Trasformare la sinistra nella parte politica che difende tutto ciò che lei sta combattendo. E usare infine quelle bandierine come se fossero parti integranti di una cortina fumogena utile a nascondere le debolezze programmatiche della stessa coalizione di centrodestra», rimarca Cerasa.

Son due settimane che il governo Meloni è al lavoro e cosa abbiamo visto? Priorità assolute son diventate i rave, alzare il tetto del contante e reintegrare i medici no vax. Tutte questioni che il centrodestra sta mettendo sul tavolo non soltanto per far andare fuori di testa la sinistra, attuando la strategia di cui sopra, ma anche (e soprattutto) per distogliere l’attenzione della stampa su problemi ben più urgenti. Giorgia Meloni e i suoi stanno mettendo gli altri nelle condizioni di farsi giudicare «più sulla fuffa che sui fatti». Come dar torto dunque a Claudio Cerasa? Si parla di contante anziché di fisco, di balneari invece che d’Europa, di rave e non del precedente governo Draghi e dell’agenda di quest’ultimo, che la nuova maggioranza non sta seguendo per nulla, fatta eccezione per il sostegno espresso all’Ucraina. E siamo ancora all’inizio…