“Chiunque si troverà a governare l’Italia dopo le elezioni del 25 settembre dovrà cercare di lenire le ferite della pandemia e affrontare le nuove emergenze sociali imposte dal ritorno dell’inflazione”. A dirlo è l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha menzionato i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi delle famiglie nel 2020 e le ricerche portate avanti dall’Istat su mandato della Commissione Lavoro della Camera. Appare evidente purtroppo come nel nostro Paese quello della povertà sia un tema urgente; una problematica che l’esecutivo post Draghi dovrà affrontare. Dal 2005 al 2021 il numero di italiani in povertà assoluta è quasi triplicato purtroppo, da 1,9 milioni si è passati a 5,6milioni. Oggi il 9,4% dei cittadini si trova in pessime condizioni economiche. Le famiglie povere sono tristemente raddoppiate. Una fotografia desolante, che fa paura.
Tito Boeri ha ricordato come ci siano oggi circa un milione di persone in più sotto la soglia della povertà assoluta rispetto a prima dell’emergenza Covid. “La natura della diseguaglianza è cambiata rispetto a prima della pandemia e rispetto a recessioni precedenti”, ha evidenziato l’ex presidente Inps. Purtroppo tra i nuovi poveri ci sono persone impiegate nei servizi di alloggio e di ristorazione, come pure gente che opera nel settore di intrattenimento e divertimento. Figurano anche i lavoratori autonomi, come pure coloro che hanno contratti temporanei, soprattutto al di sotto dei 35 anni, che statisticamente hanno perso l’impiego 10 volte di più dei lavoratori più anziani. A proposito degli ammortizzatori sociali emergenziali introdotti durante la pandemia per cercare di ridurre le differenze sociali e contenere le diseguaglianze, l’economista ne ha riconosciuto i meriti, ma ha detto pure che non hanno risolto il problema alla radice. Non si è trattato che di episodi. “Le misure temporanee inoltre non possono rassicurare le famiglie beneficiarie circa il futuro dei propri redditi”, ha sottolineato Boeri.
“Per affrontare le nuove emergenze bisognerebbe pensare a come offrire protezione sociale anche al lavoro autonomo, nel quale si annidano molti lavori di fatto alle dipendenze, e ai lavoratori temporanei soprattutto nei servizi maggiormente colpiti dalla pandemia, tra i quali le donne sono in prevalenza. Sarà poi necessario occuparsi degli effetti distributivi di una inflazione prossima alle due cifre. Colpisce soprattutto chi ha redditi bassi e fissi”, le osservazioni dell’ex numero uno dell’Inps. L’analisi di Boeri ci spinge a credere che il primo nodo che il prossimo governo dovrà sciogliere sarà quello della povertà. Un rompicapo non da poco.