Politica seria è fare l’interesse del Paese, non parlare alla pancia degli elettori

La politica è una cosa seria: le istituzioni, il dovere civico, bla bla. Proviamo a prendere i sondaggi di questi giorni: Mario Draghi, presidente del Consiglio dimissionario, viene apprezzato dalla stragrande maggioranza degli italiani; Demos qualche giorno fa ci diceva da Repubblica che Draghi “resta, ancora oggi, il Presidente del Consiglio preferito”. Eppure, senza ombra di dubbio, le prossime elezioni saranno stra-dominate da chi Draghi lo ha sfiduciato (M5S, FI, Lega) o persino da chi non gli ha mai concesso la fiducia (FdI).

La vittoria, annunciata e sicura (ora più che mai, dopo l’addio di Calenda al PD) della destra segnerà un notevole cambio di passo a Palazzo Chigi, sia come sostanza, che come metodo. Benché la Meloni si stia sforzando di apparire moderata e affidabile, la distanza che separa lo stile urlato di Giorgia, “madre e cristiana” da quello del “nonno al servizio delle istituzioni” (cristiano pure lui), Mario Draghi, è immensa. Nel merito, poi, le rassicurazioni della Meloni sulla posizione atlantista dell’Italia svelano l’esatto contrario, tanto più se gli alleati diretti sono noti amici di Putin. Idem sulla posizione europeista. Sulle uscite di Forza Italia e Lega che si rincorrono al ribasso sulla flat tax, mi verrebbe da dire, citando il Principe de Curtis: e io pago! Lo spiega bene Elsa Fornero oggi su La Stampa. Se la politica è una cosa seria, però, come possono stare insieme questi due dati? Come è possibile che, pur apprezzando Draghi, la maggioranza degli italiani voterà un governo diametralmente opposto a quello da lui presieduto?

Forse il punto è che è la politica è una cosa seria ma anche dannatamente complicata. Poveri politici, non deve essere facile interpretare gli umori dell’elettore e assecondarlo sempre. Io, ingenuo, pensavo che fare politica fosse perseguire il bene della Nazione, non inseguire l’elettore, sempre, persino in bagno (soprattutto in bagno! La pancia dell’elettore è fondamentale) per accontentarlo. In politica, però, l’ingenuità è il peccato capitale per eccellenza (e la superbia la virtù maggiore?). La politica è una cosa seria. O no?