Polina era una bambina di 7 anni che frequentava l’ultimo anno di scuola elementare a Kiev. I genitori cercavano di fuggire con lei dalla capitale ucraina quando la guerra è piombata su di loro, spegnendo per sempre il sorriso di questa bambina innocente.
Polina e i suoi familiari sono solo alcune delle tante vittime civili dei blitz delle forze speciali russe a Kiev, con l’obiettivo di sabotare centri nevralgici e individuare obiettivi da colpire con raid aerei e missilistici. Il numero delle vittime civili in Ucraina dall’inizio della invasione russa cresce giorno dopo giorno.
Domenica scorsa, il numero dei civili uccisi in Ucraina ha raggiunto quota 210 vittime, secondo fonti ucraine riportate da BBC. Bambini compresi. Eppure la Russia aveva annunciato di voler colpire esclusivamente obiettivi militari. Oggi, per esempio, il Comando militare operativo dell’Ucraina ha fatto sapere che le forze russe hanno lanciato un razzo contro l’edificio dell’amministrazione regionale a Kharkiv.
“Uno stato che commette crimini di guerra contro i civili non può essere membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, ha detto il presidente ucraino Zelensky in un videomessaggio chiedendo che Mosca venga esclusa dall’esecutivo delle Nazioni Unite.