“Non sarà arrivato il momento di iniziare a riflettere sulla possibilità che l’Arsenale si trasferisca alla Pertite, liberando alla città tutta l’area centrale che attualmente occupa?”.
È questo l’interrogativo che pone il consigliere comunale della Buona Destra di Piacenza, Michele Giardino, dopo decenni di immobilismo sul fronte del rilascio di una vasta area periferica conosciuta come Ex Pertite, attualmente impiegata dall’Esercito per la prova dei carri armati. È forse giunto il tempo di immaginare una Piacenza diversa – questo, in sintesi, il ragionamento – in cui a essere liberata dalle strutture militari non sia una zona periferica da destinare a parco, bensì un intero quartiere in pieno centro città, attualmente occupato dal Polo di Mantenimento Pesante (meglio conosciuto come Arsenale).
“Da quanti anni si discute del rilascio dell’area ex Pertite alla città di Piacenza? Tanti, troppi – afferma Giardino – Anni di incontri, trattative, passi avanti, passi indietro, promesse (elettorali) di imminente risoluzione della pratica. E poi polemiche, manifestazioni, raccolte firme, proteste sul giornale. Senza dimenticare il referendum comunale del 2011. Tutto però resta immobile, ora come allora. E ci si allontana sempre più dal mitico concerto di Franco Battiato dell’estate del 1982, quando l’area fu aperta a un evento pubblico per la prima e unica volta.
Io temo – continua il consigliere della Buona Destra – che il passaggio di proprietà dalla Difesa al Comune non avverrà mai. E ciò per diverse ragioni: non è facile trovare una pista per la prova dei carri armati che sia all’altezza di quella presente alla Pertite; è tutt’altro che certo che l’area non esiga una pesantissima e costosissima opera di bonifica; nessuno vuole accollarsi l’onere di abbattere gli edifici presenti e ripulirne il relativo sedime. Rischiamo di attendere questo avvenimento come Didi e Gogo aspettavano Godot o come alla fortezza Bastiani si preparavano ai Tartari. Per contro, abbiamo ancora un Polo di Mantenimento Pesante che occupa una fetta significativa di centro città.
E se provassimo a invertire gli elementi del ragionamento? – si domanda Giardino – Da una misurazione fotografico-satellitare (vedi immagine), si può dire che l’Arsenale e la Pertite abbiano sostanzialmente pari superficie, anzi la seconda è un po’ più grande del primo. Allora, forse, dovremmo iniziare a perseguire un risultato diverso per il futuro di Piacenza. Dovremmo iniziare a pensare che l’interesse della città possa essere piuttosto soddisfatto dal recupero alla stessa di tutto il quartiere attualmente impegnato dal Polo di Mantenimento – ecco il cuore della proposta di Giardino – che insiste su una parte centrale dell’abitato urbano, comprendente una porzione consistente delle antiche mura farnesiane.
La Pertite non diventerebbe il parco urbano che molti di noi sognano di vivere da anni, come un nuovo parco della Galleana. Questo è vero. Però, i suoi boschi selvatici continuerebbero a svolgere la loro funzione di polmone verde a beneficio della città e, in compenso, non dovremmo sacrificare altri terreni alla necessaria pista carri da realizzare fuori dalla Pertite, per le prove dei mezzi cingolati. Lì, il Polo di mantenimento avrebbe tutto a portata di mano: capannoni in cui ricoverare, approntare e riparare i carri armati e piste dove provarli.
La restituzione alla città dell’area dell’Arsenale, invece – continua il consigliere comunale – libererebbe le mura storiche che dall’ex Ospedale militare arrivano fino a piazzale Torino e i bastioni ivi presenti, favorendo la realizzazione di un tratto importante del Parco delle Mura; consentirebbe la piena fruizione a scopi turistico-culturali del Castello di Pier Luigi Farnese; permetterebbe di abbattere chilometri di muri di cinta presenti in città, da Via XXIV Maggio a Viale Malta, sormontate da quei cartelli gialli che conosciamo bene: “Zona militare. Limite invalicabile”; e favorirebbe la riprogettazione in chiave pubblica dell’intera area – magari una cittadella dello sport tra parco e lago – permettendo a Piacenza di proiettarsi nel futuro come una città moderna, funzionale, bella, pienamente a misura d’uomo”.
L’idea promossa da Giardino è dell’architetto Matteo Faroldi, con cui Buona Destra Piacenza collabora da mesi. E siccome Buona Destra vuole essere un amplificatore di idee innovative, ha inserito questa suggestione nel proprio programma. Per un Piacenza nuova, capace di guardare avanti con ambizione.