La politica italiana è prigioniera di una dinamica distorta, in cui il governo Meloni sembra voler restare avvinghiato a una perpetua campagna elettorale. Questa aberrazione della vita politica, come denuncia incisivamente il politologo Francis Fukuyama, muta la politica da strumento per risolvere i problemi della società in un fine in sé. Il governo Meloni, tuttavia, sembra preferire la gloria effimera delle vittorie elettorali al lavoro ingrato ma essenziale del governare per il benessere dei cittadini.
Il pensatore repubblicano David Frum sostiene con veemenza: “Quando la politica diventa un gioco a somma zero, in cui il successo di una parte significa necessariamente la sconfitta dell’altra, la società nel suo insieme perde”. Il governo Meloni, purtroppo, ha scelto di immergersi in questo gioco pericoloso, sacrificando l’interesse nazionale sull’altare della propria sopravvivenza politica.
Il caso di queste ore che ne è prova lampante è quello del viceministro Galeazzo Bignami e la sua polemica sui fondi per la ricostruzione in Emilia-Romagna. Invece di perseguire un dialogo costruttivo, Bignami ha scelto la strada della polemica, mettendo in ombra la possibilità di un compromesso e polarizzando ulteriormente l’atmosfera politica per un guadagno elettorale di breve termine.
Margaret Thatcher ha una volta ammonito: “Non si può costruire nulla di duraturo sulla sabbia della polarizzazione”. Sarebbe un consiglio utile per il governo Meloni, la cui strategia di campagna elettorale continua rischia di scavare un solco profondo nel tessuto sociale del nostro paese.
Un governo degno di questo nome dovrebbe cercare di unificare il paese, non di frantumarlo in mille pezzi. L’obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere il benessere dei suoi cittadini, non quello di intrappolarsi in una campagna elettorale permanente. Il governo Meloni, con il suo incessante approccio da campagna elettorale, rischia di lasciare un’eredità di divisione e conflitto, una ferita che potrebbe impiegare anni a rimarginarsi.