È inutile alzare i toni, insultare o rispondere rabbiosamente allo psicopatico del Cremlino. Invece bisogna fargli capire che è una nullità nel sistema delle relazioni internazionali. La Russia postsovietica non esiste, è uno stato-mafia, si è avviata non certo da oggi, ma dal crollo del Muro in avanti, a diventare uno stato fallito.
È fuori dalla globalizzazione, non ha una vera economia di mercato, media e intellettuali organici fanno le pugnette allo psicopatico inventandosi teorie ridicole come quelle del mago Dugin sugli iperborei. Sarebbe questa la cultura russa di oggi.
Quindi, punto primo: la storia, l’identità, la civiltà, i mercati e i capitali, parliamo di secoli, sono tutti dalla nostra parte. Lo psicopatico lo sa ed ecco perché escono interviste come quella di oggi al suo consigliori, bugie un tanto al chilo sull’Europa, raccontate ai russi che ormai hanno capito in che razza di regime squallido vivono. Per questo il regime vuole manipolarli.
Punto secondo, bisogna dimostrare allo squilibrato che non abbiamo niente da perdere, che nel giro di un paio d’anni il suo gas e le sue materie varranno quanto quelle dei regni del Golfo o di qualche altro fallimentare regime africano. Quando capirà che non abbiamo niente da perdere, perché abbiamo già tutto, andrà più ai matti di quanto non sia già andato fino ad ora.
Punto terzo, le nostre intelligence li conoscono i crimini mafiosi del regime, quelli già saltati fuori, quello che hanno fatto per interferire nei nostri processi democratici, e quelli che ancora possiamo far circolare tra alleati e paesi neutrali, cominciando dalla sua vita privata e da quelle dei balordi con i quali si accompagna. Non c’è da avere paura.