«Non è fare il tifo», dice Stefania Pucciarelli. Per la sottosegretaria leghista alla Difesa «bisogna essere pragmatici, non idealisti». Che tradotto per lei significa «prendere atto che noi dipendiamo dal gas russo, e dunque non è detto che gli interessi dell’Europa o della Nato o degli Usa siano quelli del nostro sistema paese. Le sanzioni sarebbero una mazzata, per le nostre imprese. Per cui invito tutti, a partire da Enrico Letta, a privilegiare toni distensivi».
Dichiarazioni quelle della Pucciarelli che lasciano intendere neppure troppo velatamente ancora una volta la posizione ambigua della Lega. Quel filoputinismo di Salvini, sbandierato con orgoglio sui social fino a poco tempo fa. Ricordate i post a favore dello zar con magliette, libri e memorabilia? Quando l’ex ministro dell’Interno diceva «Putin è uno dei migliori uomini di governo al mondo». Immagini e considerazioni ora sparite dai radar dei canali del segretario del Carroccio, ma che non abbiamo dimenticato. Tanto più che al momento non ci sono in Europa altri esponenti di partiti filo-Putin al Governo.
Per tornare alla sottosegretaria leghista, anziché cominciare a ragionare su una vera strategia energetica nazionale ed europea, la Pucciarelli invita alla distensione con Mosca. La Russia ha le più grandi riserve mondiali di gas naturale e fornisce il nostro Paese da oltre 50 anni. Questo è fuori discussione, ma mica solo noi. Dati alla mano, oggi Mosca procura all‘Europa circa il 40% del suo gas naturale, sostanzialmente mediante gasdotti. Secondo l‘Oxford Institute for Energy Studies, nel 2021, il 22% del gas consegnato dalla Russia all‘Europa è passato attraverso l‘Ucraina. Ebbene, se la Germania dopo la invasione russa della Ucraina ha deciso di congelare il Nord Stream 2, un megaprogetto che certamente riguarda e molto l’interesse nazionale tedesco, perché mai noi italiani dovremmo avere toni distensivi con il Cremlino? E se i nostri interessi non sono quelli “dell’Europa o della Nato o degli Usa” quali sarebbero, calarsi le braghe davanti a Putin? Tantomeno dimostrarsi fermi, risoluti non vuol certo dire “essere in guerra a tutti i costi”.
Serve piuttosto dar prova di maturità. «Una Unione europea forte non può dipendere così tanto da un fornitore di energia che minaccia di scatenare una guerra nel nostro continente», ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E ha pienamente ragione. Le aggressioni di Putin non hanno giustificazioni. È ora di ripensare la strategia energetica europea di lungo periodo. Solo così potremo nel tempo conquistare maggiore autonomia da Mosca.