di Bruna Lamonica e Lara Attademo
Il Codice delle pari opportunità ha ad oggetto le misure volte ad eliminare ogni discriminazione basata sul sesso. La parità di trattamento e di opportunità tra uomo e donna deve essere assicurata in tutti i settori: formazione professionale, carriera, tipo di lavoro che viene affidato, retribuzione, licenziamento.
Ma davvero è così?
Ancora fin troppo comuni sono quei colloqui, aventi ad oggetto domande discriminatorie, e ancora troppo spesso la lavoratrice (tranne che nei settori della moda o dello spettacolo) viene rifiutata perché, ad esempio, il lavoro è pesante o perché prevede orari notturni, quando non addirittura perché quella donna è incinta o ha tra i suoi progetti/desideri quello legittimo di diventare madre. In casi in cui non vi sia una adeguata rete di supporto, generalmente rappresentata dai nonni, anche complici i bassi livelli salariali, la donna con figli può anche essere costretta a rinunciare a lavori che non garantiscano orari strettamente antimeridiani.
Il Comitato europeo dei diritti sociali ha richiamato l’attenzione sul mancato rispetto da parte dell’Italia dell’adempimento all’obbligo di adottare le misure congrue per promuovere il diritto delle donne nel mercato del lavoro. La questione non riguarda solo l’Italia, quasi tutti i paesi europei (tranne Svezia) hanno punti critici ben evidenti in merito. Il problema non è nella legge, ma nelle politiche per l’attuazione della stessa. Mancano le misure per riconciliare la vita privata e professionale, mancano le strutture, le sovvenzioni per gli asili nido. La crisi economica internazionale, iniziata già ben prima dell’emergenza sanitaria, ha avuto ed ha pesanti ripercussioni sulle categorie più deboli del mercato del lavoro, con conseguente aumento delle discriminazioni contro le donne.
L’attuazione delle politiche che garantiscono le pari opportunità devono favorire l’equilibrio tra le responsabilità personali e professionali, perché fino a quando una sola donna si sente obbligata a scegliere tra lavoro, carriera, passioni e vita familiare, non sarà mai veramente libera.
Come Buona Destra ci preme evidenziare questa drammatica problematica, che è stata evidenziata ed esacerbata ulteriormente nel corso della attuale emergenza. Una politica seria non può essere arretrata o silente rispetto a quanto descritto.
Si punta all’eguaglianza reale delle opportunità tra le persone, perché la bravura ed il conseguente merito non debbano essere mai più relegati alla rinuncia di assetti fondamentali nella vita di ciascun lavoratore, uomo o donna che sia.