Alla fine Poseidone fu. Dopo aver perso la terra di Efesto, di Polifemo e Aretusa, una ricompensa andava data. Questo Ministero per il Sud era evocativo di una certa cultura vittimista meridionale, non poteva suonare bene, l’auto blu e le segretarie erano assicurate, però non c’era aurea e fascino. Quell’altro si era già fregato il Ministero per il Merito, mentre lui che meritava molto di più gli toccava un dicastero di portata democristiana.
Fermatevi un attimo! Ho un’idea, altro che Cesare Ragazzi, lo chiamiamo Ministero del Mare! L’Italia è circondata dal mare, noi siamo santi, poeti e navigatori appunto. È fatta! Altro che stentoreo Sud da “Cristo si è fermato ad Eboli” e “Fontamara”. Questo sì che è un ministero potente, virile, un moto ondoso di emozioni e retorica da “Capitani Coraggiosi”. Il mare è nostrum!
“Vedo un natante in alto mare. Forse è solo la Bertè!”. Il mare è stato cantato da tutti, da Omero a Foscolo, da Dickens a Conrad, fino a Somerset Maugham. Certo c’è il problema che Salvini si è già fregato le navi ed i pattugliatori della Guardia Costiera, con cui intende solcare in divisa da “Ufficiale e Gentiluomo” il Canale di Sicilia, ma questo è tutto da discutere. Di fatto io, Sebastiano Musumeci, sono un Poseidone, incroceremo i tridenti tra Scilla e Cariddi, tra Lampedusa e Siracusa, lui con i suoi marinai ed io con un’invincibile armata di tritoni e cavallucci marini. E vedremo chi la vince la battaglia del Mare, altro che “Tora! Tora!” come novello Nello Sub Mariner.
Il mare è grande, ma bisogna saper nuotare non solo galleggiare. Certo d’inverno fa freddo a mare, ma si può barattare il loden con la giacca di Capitan Findus, che sembra calda e più adatta all’uopo.