Meloni? Ma quale svolta moderata: è espressione del lepenismo francese

In Italia, l’estrema destra ha vinto: è inutile cercare in Meloni ciò che non c’è. Non capisco cosa ci sia da stupirsi riguardo a ciò che sta accadendo in questi giorni nel governo del nostro paese. In Italia, l’estrema destra ha vinto le elezioni legittimamente. Questo è il loro governo, fatto di sovranisti, populisti e nostalgici.

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“Sono una donna, sono una madre, sono cristiana”, gridava letteralmente Meloni durante la campagna elettorale, opponendosi a tutti e a tutto. A questo manifesto si ispira la squadra del governo, la più a destra che il paese ricordi. Non capisco, e in un certo senso provo anche tenerezza, per coloro che, come ha fatto l’ex segretario Letta (che addirittura andò alla festa di FdI per omaggiare Meloni), fingono di vedere una svolta moderata in Meloni, e allo stesso tempo si lamentano delle politiche del governo e delle dichiarazioni dei suoi ministri.

Non c’è nulla di nuovo sul fronte dell’estrema destra. Chi non conosceva le nostalgie di La Russa, la spregiudicatezza economica di Santanché, le posizioni reazionarie di Roccella, le visioni illiberali di Del Mastro, l’iper garantismo di Nordio, l’omofobia di Abodi, la xenofobia di Lollobrigida o le peculiarità di Sangiuliano, e potrei continuare a lungo…

Che cosa c’è di strano se Meloni, Presidente del Consiglio, ha scelto tutti a sua immagine e somiglianza? Cosa ci si aspettava di diverso? Meloni è l’espressione italiana del lepenismo francese, che non ha nulla a che fare con il ‘conservatorismo europeista’ di cui parla anche Calenda. Purtroppo, c’è una grande differenza che il leader di Azione dovrebbe cogliere: in Francia, fino ad oggi, Macron e il Fronte Repubblicano hanno costruito e rappresentato un’alternativa all’estrema destra di Le Pen. In Italia, questa alternativa ancora non c’è. Invece di augurare ciò che non esiste, è importante costruire ciò che è necessario affinché il nostro paese torni a stare al fianco di Francia e Germania piuttosto che con i ‘duri’ di Visegrad.

Una grande responsabilità dell’estremizzazione e della contestuale emarginazione dell’Italia in Europa (si pensi al MES o al PNRR) è di Forza Italia. Il futuro incerto del dopo Berlusconi non ci fa ben sperare. Da casa dei moderati, riferimento del PPE in Italia, si è lentamente trasformata nel cavaliere… servente della Meloni, terza forza della coalizione, diventando assolutamente irrilevante e impotente nel contrastare le politiche sovraniste. Tanto da far dubitare il capo dei popolari europei Weber sulla tenuta del partito in vista delle elezioni Europee. Allora, è inutile sperare che il lupo Meloni si trasformi in agnello, cosa che non ha alcuna intenzione di fare. Sarebbe meglio, invece, che anche gli altri iniziassero ad affilare i denti in vista della prossima battaglia elettorale.