Meloni e il principio di non contraddizione: l’incoerenza di Giorgia

Uno dei più antichi filosofi della storia, Parmenide di Elea, è considerato il padre dell’ontologia, in particolare per la formulazione della famosa espressione “l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere”. Con questa affermazione, il filosofo eleatico in qualche modo anticipava il principio di non contraddizione, un caposaldo della filosofia.

Quasi all’opposto, si colloca Eraclito di Efeso, definito il filosofo del divenire e cui si attribuisce il famoso motto πάντα ῥεῖ, pánta rhêi, tutto scorre, non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume. Senza conoscerla personalmente, sono certo che Giorgia Meloni abbia un’innata preferenza per Eraclito.

Dopo che. per anni, è stata all’opposizione, questa tornata elettorale la sta lanciando non solo verso la maggioranza parlamentare, ma decisamente verso Palazzo Chigi. Ed ecco che, come per magia, tutto scorre, anzi, tutto è già scorso, sotto i nostri occhi.

Come ci ricorda Filippo Rossi da Repubblica, “Giorgia è dentro una tenaglia tra quel che era e quel che sa di essere”: stretta tra la destra istituzionale di governo (quale?) e quella populista di opposizione, si è “svegliata Calenda”, dice qualcuno.

E infatti, dopo essersi schierata contro il “referendum sulle trivelle”, oggi ci dice che dovremmo estrarre gas; dopo aver chiesto meno Europa, oggi chiede più Europa (si è svegliata pure Bonino?), dopo aver detto peste e corna dei tecnici, ora ipotizza di averne nel SUO esecutivo, dopo aver osteggiato in tutti i modi Draghi, a cui non ha mai votato la fiducia, oggi si scopre più realista del re.

Ma come? Dopo tanti anni di urla, di pugni sbattuti, di principi duri, di coerenza (…), di opposizione aspra e forte che nel pensier rinnova la paura, non ha ancora messo piede a Palazzo Chigi e già tradisce gli ideali per cui si è battuta?
Non potrà tradire sé stessa fino alla fine, dice Filippo Rossi.
Forse ha ragione: si tradirà q.b., quanto basta…a svelare la sua inconsistenza politica. Pánta rhêi!