Le stime riguardo il 2030 prevedono che circa il 68% dei medici di medicina generale sarà in pensione, con scarsissimo ricambio. Tale situazione apre una crisi nel nostro sistema sanitario che rischia di vedere la scomparsa di una delle figure più apprezzate dai nostri cittadini.
Il medico di medicina generale è sempre stato punto di riferimento per milioni di persone di tutte le età, figura cardine per la tutela della nostra salute. Pensiamo ad esempio alle comunità rurali nelle quali è il primo ed a volte unico punto di riferimento per migliaia di malati.
L’attuale normativa prevede che il rapporto di lavoro (la convenzione) con le ASL termini al settantesimo anno di età. A questo punto, vista la situazione sanitaria e prendendo in considerazione i motivi sopradetti perchè non proporre ai medici di medicina generale di poter scegliere a 68 anni la possibilità di proseguire la propria attività professionale, o fino al 70esimo anno come è tuttora, oppure fino al 75esimo anno?
I vantaggi sono facilmente immaginabili per tutti. L’esperienza, la conoscenza degli assistiti, l’integrazione nel territorio, componenti fondamentali per il ruolo che si ricopre, continuerebbero ad essere presenti nella figura che è primaria nel nostro sistema sanitario nazionale dando la possibilità ai giovani di fare quell’esperienza che solo anni di lavoro possono fornire.