Prima hanno rivendicato col solito solenne e trionfale cerimoniale, poi quando si sono resi conto che il numero delle vittime civili era considerevole, allora hanno buttato tutta la colpa sugli ucraini. I quali, stando alla propaganda russa, si sarebbero lanciati un razzo contro da soli.
La ricostruzione dei media fedeli allo zar del Cremlino dell’attacco alla stazione di Kramatorsk è un altro dei picchi più alti di informazione di regime mai raggiunti da Putin e compagnia brutta. Secondo il giornalista del quotidiano tedesco Bild Julian Röpcke, che su Twitter ha condiviso gli screenshot del canale Telegram di una delle agenzie governative russe che rilanciano la propaganda di Mosca dall’inizio della guerra, si tratterebbe di un colossale dietrofront: prima la rivendicazione, poi la marcia indietro e l’accusa all’Ucraina di aver montato ad arte l’incidente per accusare i russi.
Il razzo con sopra la vergognosa scritta “per i bambini” secondo l’esercito russo avrebbe dovuto essere diretto su convogli di armi e munizioni destinati agli ucraini, ma l’ordigno invece ha colpito la stazione provocando, almeno fino ad ora (ma il numero purtroppo è destinato ad aumentare), la morte di 38 civili e il ferimento di centinaia di persone inermi. La stazione di Kramatorsk, infatti, in quel momento era frequentata da tantissimi cittadini ucraini che volevano scappare dalla guerra lasciando il paese. E che invece sono rimasti coinvolti in un massacro.
In un primo momento i russi avevano anche indicato l’arma usata per l’attacco, un razzo Tochka-U, che poi il ministero della Difesa del Cremlino ha invece smentito di aver utilizzato. Secondo la milizia separatista della sedicente Repubblica popolare di Donetsk, citata dall’agenzia di stampa governativa russa Tass quel tipo di razzo non è nella disponibilità delle forze russe o filo-russe, “ma è utilizzato attivamente dall’esercito ucraino”. Quindi gli ucraini, secondo i russi, se lo sono sparato addosso da soli. Alla propaganda becera di Putin non c’è limite.