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E adesso l’amico Putin ci manda i cacciatorpedinieri nello Jonio

È l’altro fronte della crisi ucraina. A circa 160 km a sud dalla base navale più grande di Italia, quella di Taranto, sembrano sul serio inasprirsi i toni di quella che i nuovi media hanno definito la nuova «Guerra Fredda», che vede da un lato Mosca e dall’altro la Nato. E proprio in concomitanza dell’annuncio del segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg che ha parlato di un rafforzamento degli aiuti militari alle forze armate dell’Ucraina. Una resistenza quella del popolo di Zelensky contro le truppe russe che neppure lo stesso dittatore del Cremlino si aspettava.

Secondo le notizie che arrivano dagli analisti indipendenti sul web (“Itamilradar”), da ieri a est di Crotone è in navigazione il cacciatorpediniere “Vice Ammiraglio Kulakov”, unità antisommergibili della Marina russa inviata dallo stato maggiore del presidente Putin a fronteggiare nell’area la portaerei statunitense “Truman” e la sua scorta. Come riportato anche da «La Gazzetta del Mezzogiorno» più a sud, a est di Malta, il caccia russo risulta ‘spalleggiato’ a distanza dall’incrociatore lanciamissili “Varyag”. A sud ovest dell’isola di Creta, invece, ci sarebbe l’incrociatore lanciamissili “Ustinov”. Ricorderete come a febbraio scorso lì a tutta velocità si diresse proprio quest’ultimo per mettere pressione alla Truman, che ha un ruolo chiave nel dispositivo statunitense in Europa.

Oltre a scandagliare gli abissi con i sonar e con le boe-sonar lanciate dai suoi elicotteri, la “Truman” garantisce infatti anche rinforzi per i pattugliamenti sull’Est del vecchio continente. Le sue squadriglie di jet F-18 Hornet sono lì pronte a decollare in qualsiasi momento verso il confine orientale della Nato. È dunque chiaro come il compito della flotta russa nel Mediterraneo sia oggi quello di controllare da vicino i movimenti del ‘nemico’, così da bloccare l’entrata al Mar Nero.