andrea riccardi

Macché “Putin umiliato”! Se mai siamo stati troppo buoni…

Quando dice che le democrazie occidentali non avrebbero dovuto “umiliare Putin negli ultimi decenni,” il fondatore di Sant’Egidio e già ministro  Andrea Riccardi dà voce a una tesi malcelata tra quanti credono che in fondo sia stata un po’ colpa nostra se la Russia ha invaso l’Ucraina. Secondo i pasdaran di questo schieramento – e confidiamo che Riccardi non sia tra questi – in fondo l’Ucraina non sarebbe altro che una provincia della Russia. Putin può pure riprendersela visto che per anni il Patto atlantico si è spinto verso gli Urali. Fa niente se i Paesi dell’Europa Orientale  usciti dal comunismo sovietico sono stati tra i più convinti assertori di quell’allargamento della NATO a Est.

In realtà a pensarci bene però viene da chiedersi quand’è che avremmo umiliato Putin, Forse nel 2006 quando il regime russo assassinava il dissidente ed ex agente dei servizi Litvinenko? Oppure nel 2014 quando Putin ordinava l’invasione e l’annessione della Crimea? Nel 2014 quando contribuiva alla distruzione di Aleppo in Siria? O ancora nel 2018 quando venivano avvelenati Skripal e sua figlia? O nel 2020 quando la stessa sorte toccò al leader della opposizione Navalny? Per non dire della Cecenia. E già perché negli ultimi 30 anni, così come negli ultimi 3 giorni, mentre tutte le cancellerie degli Stati baltici mettevano, e mettono, in guardia dal neo-imperialismo russo – spiegando che Putin se lo lasciamo fare non si fermerà in Ucraina – gli occidentali misuravano e ponderavano per bene le parole con il Cremlino. Altro che umiliarlo.

La controprova è nella comprensibile ma non infinita attenzione che sta mettendo il segretario di stato Usa Blinken quando sceglie le parole da usare nelle sue dichiarazioni. Peggio, quando in Europa ci si girava tutti dall’altra parte, perché con la Russia dovevamo farci affari e dunque  essere realistici e pragmatici: Angela Merkel. Tanto che adesso il “mediatore” evocato da Riccardi lo abbiamo già ed è quel leader politico tedesco, Schröder, che a quanto pare senza dire nulla al suo governo e al suo partito parla con Mosca, fa e disfa, dopo essere stato il mediatore dei russi per più di qualche lustro. E mentre Deutsche Bank rimane in Russia perché pare sia “più  pratico”.

Oppure forse in queste ultime due settimane abbiamo umiliato Putin quando gli Usa hanno risposto picche alla Polonia che inviava i suoi Mig-29 in Germania per mandarli in Ucraina, o quando abbiamo fatto orecchie da mercante davanti alle richieste di Zelensky sulla necessità di avere una no-fly zone su Kiev per proteggere i civili nella capitale dai bombardamenti russi… O ancora, Riccardi si riferiva alla umiliazione storica che ha alimentato il revanscismo di Putin per decenni, da quando cioè fu costretto a fare le valigie a Berlino e tornarsene a Mosca riciclandosi come tassista, visto che la sua amata Unione Sovietica insieme alla relativa sfera di influenza stavano crollando.

Beh, non sappiamo dove fosse all’epoca Riccardi, ma quello che ricordiamo noi, avendo qualche anno sulle spalle e un po’ di memoria, è che i russi non sembravano umiliati per la fine del comunismo, anzi ballavano tutti contenti e buttavano giù a picconate il Muro di Berlino. Avevano compreso che un sistema statalista, occhiuto e sanguinario, era crollato, e che quelle idee buone per i libri si rivelavano puntualmente un disastro applicandole alla vita dell’uomo moderno. Forse Riccardi dovrebbe rifletterci un attimo. Non solo non abbiamo umiliato Putin, non solo lo abbiamo rafforzato, non solo ci  siamo attaccati alla canna del gas russo, non solo alla sua corte in questi anni sono passati praticamente tutti i leader italiani, europei e americani, ma a ben vedere, e con il senno del poi, caro Riccardi, con Putin siamo stati troppo buoni! Ora la pazienza è finita.

Dobbiamo difendere l’Ucraina. Proteggere i nostri alleati e partner in Europa orientale. Favorire la opposizione russa in tutte le forme per accelerare la caduta del regime russo. Anzi, servirà un processo per crimini di guerra contro il regime medesimo. A quel punto, quando avremo fatto i conti con l’umiliazione dell’Occidente  e delle sue idee di libertà che abbiamo dovuto sopportare per decenni dopo la caduta del Muro, indietreggiando nei valori mentre avanzavamo sul terreno, magari  riusciremo a farci anche due domande sul resto degli stati canaglia attivi nel globo, autocrazie e dittature che vanno combattute come stanno facendo gli ucraini con l’invasore russo.