L’inflazione cattiva, il revival gialloverde e un appello alla politica della competenza

Archiviato rapidamente il Covid come se ciò che è accaduto solo 24 mesi fa fosse accaduto 24 anni fa, siamo passati ad occuparci della guerra in Ucraina tutti esperti di politica estera e di strategia militare, ma in realtà ciò che interessa all’italiano è chi vincerà il campionato di serie A. Sembrano lontanissimi quei mesi primaverili dove i leader del ‘centrodestra’ dibattevano sull’utilità della mascherina, solleticavano i negazionisti e poi i no vax e Ancor più lontano sembra essere il periodo della meravigliosa esperienza “gialloverde” che a guardarla bene adesso sembra risuonare come un tragico presagio di ciò che sarebbe poi accaduto.

Sì perché vorrei rammentare brevemente ciò che accadde durante l’ultima tornata elettorale, dove da una parte avevamo i sovranisti che a gran voce chiedevano di essere eletti per attuare l’italexit e minacciavano l’Europa di stampare minibot (coriandoli), praticamente una moneta parallela, e l’allora presidente della BCE Draghi silenzio’ prontamente con due interventi; dall’altra avevamo i neofiti dell'”uno vale uno”, dell'”honesta’” al governo e della decrescita felice (solo per loro).

Così nacque il primo governo gialloverde che ci fece riscoprire il dimenticato spread (causato in larga parte dalle idee di cui sopra) e il ricorso all’assistenzialismo indiscriminato con l’introduzione di una Quota 100 e di un RDC che a distanza di pochi anni si sono rivelati inutili strumenti di crescita, ma utili strumenti di propaganda politica di parte a spese dei cittadini. Beninteso non c’è da essere pregiudizialmente contrari a misure di sostegno alla povertà, ma non di assistenzialismo fine a se stesso.

Ciò detto, cari amici, oggi anche se nessuno se ne è accorto perché tutti siamo concentrati sul costo dell’energia, ma come al solito ci concentriamo sul dito ma non sulla luna che questo indica, e la luna si chiama inflazione, una strana cosa questa perché non è detto che sia negativa quando ad esempio è legata alla crescita e all’aumento della richiesta in un mercato stagnante come è stato negli ultimi anni.

Ma c’è un inflazione cattiva che è quella dovuta o indotta in massima parte non all’aumento di richiesta di beni e o servizi, ma per l’aumento del costo di questi ultimi o perché sono aumentati i costi di produzione come energia, materie prime ecc. o per l’aumento del costo del lavoro. La banca centrale americana si appresta ad aumentare il tasso d’interesse e sembra che sia seguita a ruota anche dalla nostra BCE .
Onestamente se negli Usa può avere un senso in quanto l’inflazione può essere stata determinata dall’eccesso di liquidità, in Europa aumentare il costo del denaro in un periodo come questo potrebbe essere un autogol perché metterebbe a rischio la possibilità di accesso al credito di imprese e famiglie creando i presupposti della tempesta perfetta.

Imprese e famiglie si potrebbero trovare da una parte costrette a ridurre acquisti e progetti a causa di guerre, pandemie, inflazione e incertezze simili e dall’altra impossibilitate ad avere spazio di manovra per limitare i danni. I salari perderanno inevitabilmente potere d’acquisto ed è impensabile che possano essere legati all’inflazione che ad oggi in Italia è stimata al 5% annuo. Con questo panorama tra non molto comincerà la campagna elettorale e sicuramente i partiti al governo che, ricordiamolo, sono in gran parte gli stessi che si fecero eleggere con opposizione alla visione eurocentrica, torneranno a tuonare a torto o ragione contro l’euro e l’Europa salvo poi dopo pochi mesi magari richiedere l’aiuto ad un Draghi bis come hanno fatto con un Mattarella bis.

La democrazia è sacra ma va coltivata e purtroppo il popolo italiano non mostra di saper fare esperienza dagli errori passati, ma ciò che servirà o meglio servirebbe al bel Paese sarebbe avere alla prossima tornata elettorale una classe politica eletta, capace, onesta con una visione in grado di progettare un futuro remoto e non solo prossimo. Una politica coraggiosa che possa concepire un Italia forte in una Europa unita e ancor più forte. Una classe politica in grado di risolvere, sprechi, corruzione ed evasione realmente e non con provvedimenti spot.

Noi modestamente speriamo di poterne fare parte e sicuramente nella buona destra i candidati, non solo dovranno essere incensurati, onesti e capaci ma soprattutto saranno perone che vivono del loro lavoro da almeno 5 anni e sanno cosa sia un modello unico, 730 o 740. Uno non vale uno ma sicuramente in molti valiamo moltissimo.