Potevano non andare d’accordo il più filorusso dei politici italiani e il più filorusso tra gli opinionisti tv che spargono il verbo del Cremlino? Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle e Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss e star putiniana del piccolo schermo, si sono incontrati nei giorni scorsi. Per simpatia reciproca, dicono i bene informati, ma anche perché con le sue ospitate nei talk show il professor Orsini e il professor Conte hanno scoperto di trovarsi dalla stessa parte – quella ovviamente sbagliata della storia – contro l’invio delle armi all’Ucraina per scacciare l’invasore russo. Così tanto dalla stessa parte che per Orsini sarebbe già pronta una candidatura nelle armate grilline per le Politiche del 2023. “Apprezzo il suo pensiero laterale” avrebbe detto l’avvocato del popolo all’esperto di relazioni internazionali della Luiss, chiedendo anche consigli a URSSini, come il professore è stato ribattezzato. Lo sventurato, manco a dirlo, avrebbe risposto chiaramente sì alla proposta di uno scranno in Parlamento sotto l’insegna dei 5 stelle. Tuttavia non a tutti i grillini l’idea piace, come per esempio al sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri, che di Orsini non condivide la posizione filorussa.
URSSIni è stato nei giorno oggetto di acceso dibattito anche in Rai. La risoluzione proposta dalla Commissione di vigilanza della tv pubblica per regolare le presenze di commentatori e opinionisti rischia di naufragare a causa della contrarietà, manco a dirlo, dei 5 stelle che temono si tratti di una mossa per arginare i deliri orsiniani sulle reti pubbliche. Non più tardi di un mese fa, infatti, è stato sventato il tentativo di retribuire con 2mila euro a puntata le litanie filo russe di Orsini a CartaBianca, la trasmissione di Bianca Berlinguer su RaiTre dove il professore della Luiss è ospite fisso. Ma a titolo gratuito, perché la Rai in seguito delle polemiche non ha più messo sotto contratto l’accademico.
Martedì scorso, e questo rafforza l’ipotesi di una convergenza di Orsini sui grillini, i componenti pentastellati della Commissione di Vigilanza Rai hanno espresso la loro contrarietà al testo della risoluzione che propone la rotazione dei commentatori tv, preferendo quelli senza compenso. Michele Anzaldi, segretario della Commissione di vigilanza e parlamentare di Italia viva, nel rilevare l’altra sera la presenza a CartaBianca di “ben tre opinionisti del Fatto quotidiano (Scanzi, Orsini, Di Cesare)”, come riporta il Corriere della Sera, va all’attacco senza mezzi termini: “Se il M5S vuole difendere il cachet di Scanzi e dei collaboratori del Fatto – dice -, è libero di farlo, ma la Vigilanza ha il dovere di andare avanti. Ci sono i numeri per approvare la risoluzione”.
Tuttavia non è detto che la risoluzione abbia davvero la strada spianata. Nove sono i membri del M5S contrari, a cui vanno aggiunti i due di FDI che non voteranno una proposta della maggioranza. Restano 29 voti, di cui 25 sicuri a favore. Tuttavia la sensazione è che non si voglia procedere a colpi di maggioranza, creando fratture fra forze di governo. “Prendo tempo — dice il presidente della Commissione Alberto Baracchini di Forza Italia —: valuterò se tentare il voto, riformulare la risoluzione o ritirarla. Ma in quest’ultimo caso sarò costretto a rilevare come il M5S abbia fatto retromarcia su un provvedimento che aveva condiviso”.