Certe reazioni assolutamente imbarazzanti al discorso di Zelensky non le avremmo mai volute vedere. Va detto che la strategia comunicativa del presidente ucraino è fastidiosamente impeccabile, degna delle migliori psy-ops, quando tocca i nervi scoperti dell’interlocutore di turno. Zelensky parla di Olocausto in Israele, suscitando non poche polemiche, e in diretta con il parlamento suggerisce un paragone tra la distruzione di Mariupol e Genova, città sinonimo di tragedia evitabile nella memoria collettiva recente italiana. Cerca la reazione di pancia e dal suo punto di vista fa benissimo.
Voglio premettere che io sono tra quelli a cui questa stucchevole retorica sta cominciando a dare un po’ fastidio, perché impedisce di prendere decisioni razionali sull’onda dell’emotività. Ma da qui a liquidarlo come “strafottente”, ritenerlo dannoso per il suo paese, un ostacolo alla pace, o abbandonare l’aula invocando la par condicio per Putin ce ne passa, o almeno dovrebbe.
Transfughi a cinque stelle, veterofascisti anti-americani, pasdaran leghisti e improbabili neutralisti che vorrebbero uscire da tutto a partire dalla NATO per passare dall’Unione Europea e magari anche dalla Confederazione Boccistica Internazionale, così tanto per stare tranquilli, non devono certo sorprenderci. Essi sono la cartina tornasole dell’ignoranza profonda e del provincialismo del nostro paese. Spiacerà sentirselo dire, ma siamo una nazione di ignoranti cresciuta a complottismo all’università delle vita che pretendono di essere considerati una grande potenza.
Non solo noi, ci mancherebbe. Anche in Francia Marine Le Pen si appresta a disertare l’intervento di Zelensky all’Assemblea Nazionale. Verrebbe da dire mal comune mezzo gaudio, se non fosse che la situazione è tragica. Non siamo tutti così, ci mancherebbe, ma resta vero che una grossa parte dei popoli europei, di cui i parlamentari di cui sopra sono il prodotto politico, ci sta trascinando nell’oblio della storia. Le ragioni di tutto ciò scorrono profonde. Possiamo dare la colpa ai social media, come è d’uso fare in questi anni, ma si tratta solo di uno strumento che è servito a distruggere le elite intellettuali e politiche occidentali.
Questi corpi intermedi di cui non ci fidiamo più non sono il male, ma sono l’unica strada per arrivare a un nuovo rinascimento culturale e politico del paese. L’unico modo per far nascere un’Europa migliore di quella che ha permesso che tutto ciò avvenisse è riscoprire e ricostruire le elite politiche e intellettuali del paese. Ma fino a quando l’ignoranza varrà tanto quanto l’intelligenza e la conoscenza non ne usciremo di certo migliori. Uno vale uno? Le opinioni sono tutte uguali? Ma anche no, grazie.