Ma lo sa Letta che il governo non si è ancora insediato? Forse no, visto che pensa già a nuove elezioni. “La luna di miele del governo non sarà infinita. E, allora, quando il governo cadrà chiederemo elezioni anticipate”. Così, il segretario durante la riunione della direzione del Partito democratico. Riunione che si è svolta ieri e che è durata la bellezza di dieci ore; durante le quali i vertici nazionali del Pd hanno analizzato il risultato delle elezioni politiche del 25 settembre, da cui sono usciti perdenti, con un risultato al di sotto delle aspettative.
La direzione è stata anche il primo passo verso il congresso per eleggere il nuovo segretario del partito, dopo le dimissioni annunciate da Letta. Ma sullo sfondo, la domanda che rimbomba nella stanze della sede romana del Nazareno è: il Partito democratico ha ancora motivo di esistere o rischia l’estinzione? Sì, no, forse. I dirigenti non hanno le idee chiare, nemmeno dopo la batosta elettorale, visto che non vogliono sentir parlare di scioglimento, ma neanche dell’eterno ritorno dell’uguale. Dalla segreteria assicurano che si deve cambiare tutto, ma soltanto a condizione che non cambi assolutamente nulla. Perché certo, si può
cambiare, ma va anche bene così com’è. E, invece, i disastrosi risultati elettorale dimostrano che non va bene affatto e il vero problema, al di là della leadership, è che gli elettori non credono più al partito, perché quando è stato al governo ha fatto il contrario di ciò che aveva detto. Oggi Letta promette “mai grande intese, se cade Meloni subito elezioni”, ma avevano promesso lo stesso prima di allearsi con i Cinque stelle e prima di allargare la maggioranza anche a Lega e Forza Italia. “I Cinque stelle – osserva Stefano Feltri su Domani – hanno perso sei milioni di voti tra 2018 e 2022, il Pd non è riuscito a intercettarne neppure uno. Anzi, è sceso da 6,4 a 5,2 milioni. Tra le due opzioni disponibili, cioè una presa d’atto che il progetto avviato nel 2007 è fallito o la morte progressiva per consunzione, i vertici del Pd sembrano optare per la seconda”. Il Pd attuale non piace a nessuno, nemmeno a loro, ma è tutto quello che hanno e ci restano ben attaccati. Fin quando non si estinguerà – per dirla con Feltri – per lenta consunzione.