Giorgia meloni

L’ammuina di Giorgia Meloni per far finta che tutto vada bene

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è “come quel fantomatico comandante della marina borbonica passato armi e bagagli in quella piemontese che, pizzicato una volta dai suoi superiori in una pennichella di troppo, decise di instaurare la mitica procedura del ‘facite ammuina’”. In un articolo sull’Huffinghton Post lo scrive il leader della Buona Destra, Filippo Rossi, per dimostrare che IoSonoGiorgia è pronta a dire tutto e il contrario di tutto per far finta che tutto vada bene. Senza che qualcuno riesca a capire davvero che creatura politica sia quella della Meloni.

“La sensazione è che la leader di Fratelli d’Italia abbia fatto di tutto per cucinare un polpettone abbastanza saporito da nascondere gli avanzi vari mischiati nel macinato – scrive Rossi -. Eh sì, perché Giorgia Meloni assomiglia sempre quel fantomatico comandante della marina borbonica passato armi e bagagli in quella piemontese che, pizzicato una volta dai suoi superiori in una pennichella di troppo, decise di instaurare la mitica procedura del ‘facite ammuina’: ‘All’ordine Facite Ammuina, tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa e quelli a poppa vadano a prua; quelli a dritta vadano a sinistra e quelli a sinistra vadano a dritta; tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte,
e quelli sul ponte scendano sottocoperta,
passando tutti per lo stesso boccaporto;
chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là’”.

“Il discorso milanese della Meloni, i suoi interventi delle ultime settimane e la sua strategia comunicativa sembrano tutti incentrarti in una efficace procedura di straniamento rispetto alla realtà. Lei è ferma ma fa finta che si muova – aggiunge ancora Rossi -. Della serie: tutti sappiamo cosa la Meloni è, da dove viene e dove è stata in questi anni, in questi mesi, in questi giorni. È rimasta lì, con quella ossessiva paranoia per la “coerenza” che lei rivendica in tutti i manifesti (coerenza con chi, con che cosa non è dato sapere) che ancora la costringe – come ha fatto notare Alessandro Campi su queste pagine — a tenersi quella fiamma nel simbolo nonostante i decenni che passano. Di più, è costretta a ricordare Donna Assunta, è costretta a far parlare il portavoce storico di Almirante Massimo Magliaro”.

“Nessuna vera svolta, nessun passa avanti. Solo il tentativo di essere in qualche modo degni un consenso cresciuto per evidente mancanza di alternative – dice ancora il leader della Buona Destra -. Attenzione: tutto legittimo, tutto normale. Anzi, gli applausi alla bravura tattica sono doverosi. Ma i meriti finiscono qui, in questa capacità istrionica del ‘facciamo finta che’. Perché se il trucchetto dell’ammuina continua anche nel merito delle questioni, beh allora non si possono non far notare contraddizioni abnormi che solo un osservatore distratto può prendere per buona politica. La Meloni si distanzia dalla Le Pen (telefonatina dalla Polonia?) ma non sceglie Macron, mentre tutti i suoi continuano a tifare per Marine. La Meloni arriva a dirsi più europeista degli europeisti in nome di quella confederazione tra Nazioni (la stessa che vuole Marine Le Pen) che sancirebbe un’Europa incapace di avere quel che serve per essere una grande potenza: una politica estera comune, un esercito comune, una politica energetica comune”.

“Nella sua perenne ammuina, la Meloni dice che vuole tutto questo ma poi passa da poppa a prua e difende fino alla morte quel diritto di veto che che è la vera la palla al piede che impedisce all’Europa di essere davvero tale – conclude -. E in quest’ottica appare davvero ridicolo l’urlo anti americano di Giorgia l’atlantista: ‘Biden ci paghi il costo delle sanzioni’. Tutto il contrario di tutto, appunto: l’Europa della Meloni è ancora quella che si fa pagare da qualcun altro i propri privilegi. Magari qualcuno dovrebbe spiegarlo ai suoi amici trumpiani. Altro che responsabilità, altro che sovranità, altro che destra! È solo ammuina”.