“L’Ucraina condivide una parte di storia con la Russia, ma poi ha scelto la democrazia. Putin vede questo come una minaccia e vuole distruggerla. L’unico modo per ricacciarlo è sconfiggerlo”. A Piazza Pulita ieri sera Corrado Formigli ha intervistato la scrittrice e giornalista premio Pulitzer Anne Applebaum.
“Credo che alla fine Svezia e Finlandia entreranno nel Nato, sono due paesi che cooperano con la Nato da molti anni, i loro eserciti sono compatibili con quelli dei paesi Nato – spiega -. Putin ha detto chiaramente che non ha problemi se vi entrano, ha fatto credere che non gli importi. Perciò tutto ciò che viene detto sull’allargamento della Nato ai confini della Russia è solo un pretesto: non si sente minacciato dalla Nato ma si sente minacciato dalla democrazia in Ucraina”.
Applebaum ha chiare le idee su quello che accadrà nel breve e nel remoto futuro. “La Nato è un’alleanza difensiva e lo rimarrà, ma è arrivata l’ora che inizi a guardare più da vicino dove sono di stanza i suoi soldati, dove vengono fatte le esercitazioni – spiega -. Adesso sappiamo che c’è una vera minaccia per tutta l’Europa, specie quella dell’Ovest, una minaccia lanciata da Putin che continua a evocare lo spettro del nucleare. La Nato è difensiva ma credo debba prendere più seriamente il concetto della guerra ed è credo quelli quello che succederà nei prossimi mesi e anni”.
Per la scrittrice e giornalista la Russia trascinerà la guerra a lungo. “L’Ucraina ha avuto risultati migliori ci quanto ci aspettassimo e l’esercito russo si è dimostrato più debole e incompetente di quanto ci aspettassimo, nessuno poteva immaginare che sarebbe durata tre mesi e che gli ucraini potessero cacciare i russi da Kiev e Karkiv e tenere la linea Nel Donbass – aggiunge -. Ma la guerra è tutt’altro che finita, Putin ha detto chiaro che questa continuerà ad essere una genera d’attrito, vuole sfinite gli ucraini e l’alleanza occidentale. Vuole danneggiare l’economia, non gli interessa neanche di quella sua interna o dei suoi soldati. Non gli importa se muoiono migliaia di ragazzi per perseguire l’obiettivo della Russia di essere una potenza imperialista che conquista i paesi vicini. Serve realismo, sarà un conflitto lungo e dobbiamo prepararci ad avere a che fare con una Russia diversa rispetto a quella degli ultimi 30 anni”.
La “ritirata” dei russi in Donbass svela la presa di coscienza di Putin di non potercela. “L’obiettivo di Putin non è cambiato, lo ha detto chiaro: vuole distruggere l’Ucraina, indebolirla, impedirne il successo – spiega -. Per Putin l’Ucraina è una minaccia esistenziale, perché è un ex paese sovietico, un paese slavo che condivide una parte di storia con la Russia, ma che poi ha fatto scelte diverse, ha scelto la democrazia, di fare parte dell’Europa, di avvicinarsi all’Occidente. Putin vede tutto questo come una minaccia personale a se stesso e alla sua forma di potere cleptocratico e autocratico, quindi il suo desiderio di indebolire l’Ucraina, l’Unione Europea e le democrazie europee non è scomparso. Ci sbagliavamo sull’esercito russo, sono più deboli delle nostre stime, ma non vedo nessun segnale da quanto arriva dalla Russia che qualcosa per loro sia cambiato. Continuano a credere di stare vincendo questa guerra, continuano a credere che la guerra sia contro la democrazia, l’Occidente e l’Ucraina. Non hanno detto loro che gli obiettivi sono cambiati”.
Come lo si ferma Putin? “Non vuole solo
Prendere l’Ucraina, il suo è un obiettivo più alto: vuole distruggere l’idea di democrazia in Ucraina e sta cercando di indebolire tutta una serie di norme e accordi europei, dai diritti umani alla violazione dei confini. Sta cercando di demolire tutto l’ordine europeo post seconda guerra mondiale L’unico modo per ricacciarlo Putin è sconfiggerlo. Deve essere battuto. La sua gente, il suo circolo devono vedere che viene sconfitto. Solo se l’imperialismo russo viene sconfitto si potrà pensare alla Russia come un paese normale e avere garanzia di pace. Ma non siamo vicini a questo obiettivo. Se ci sono canali aperti di deve continuare a cercare il dialogo con Putin, lo può fare Macron, Draghi, Erdogan, Israele, ma il cambiamento avverrà solo quando Putin capirà che la guerra è stata un disastro – conclude -. Le parole di Biden sono state derubricate a Biden, ma chiunque guardi con realismo a questa guerra capisce che solo se Putin sarà sostituito sì avrà garanzia di pace. Se resta, chi può garantire che poi non ricomincerà riorganizzando l’esercito? Serve un cambiamento in Russia o nessuno di noi sarà al sicuro”.