La Nato non ceda al ricatto di Putin

Gli Stati Uniti stanno “valutando attivamente la questione degli aerei che la Polonia potrebbe inviare all’Ucraina”, così il segretario di Stato americano Antony Blinken rispondendo all’accorato appello del presidente Zelenskiy, “disperato” alla notizia del diniego della Nato alla no-fly zone.

Passano poche ore e scatta dalla Russia la trappola del ricatto: “Il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, avverte che qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini ‘sarà coinvolto nel conflitto’. Il tempo di leggere la notizia e arriva il tweet del primo ministro polacco: “La Polonia non manderà i suoi jet all’Ucraina, come pure non consentirà di usare i suoi aeroporti.”

Scacco matto in poche mosse da parte del Cremlino con buona pace delle donne e dei bambini di Kharkiv per cui l’inferno è già arrivato. “Bisogna evitare la Terza guerra mondiale,” dichiara da ultimo il ministro Di Maio con l’imbarazzante aggiunta per l’esterrefatto ascoltatore che in Italia stiamo facendo la nostra parte con… “la Guardia di Finanza che avrebbe sequestrato 140 milioni di yacht ad un oligarca in ferie sulle nostre coste…”.

Sarebbe tutto ridicolo se non fossimo in guerra e ciò è invece profondamente drammatico. Cosa sarebbe successo se nel 1941 Roosevelt si fosse limitato a sequestrare i soldi dei fratelli Thyssen presso la Union Bank Americana invece di approvare la “Legge Affitti e Prestiti” che consentì di fornire assistenza materiale e militare a tutti i governi la cui difesa era ritenuta dalla Casa Bianca “essenziale per la sicurezza” americana?

Furono aiutate nazioni come la Gran Bretagna, la Francia libera, la Cina e, dal 22 giugno 1941 (giorno dell’attacco tedesco) addirittura l’Unione sovietica. Senza attingere a quell'”arsenale della democrazia” come lo definì lo stesso Roosevelt, Winston Churchill e gli alleati non avrebbero potuto avere quegli aerei e quei mezzi che consentirono di resistere alla furia nazista e riscrivere la storia.

Senza sovranità militare non si fa politica estera. Se questo è vero per l’Europa nel confronti della Nato ciò è altrettanto vero per quest’ultima nei confronti della Russia. Ma cosa accade se tale forza non viene esercitata e prevale la trappola del ricatto?
Esattamente ciò che sta accadendo in Ucraina. Una escalation che, seppur più lentamente, prosegue in modo inesorabile nei confronti di vittime civili e che si allarga ai paesi confinanti seppur sotto forma di emergenza umanitaria.

Quosque tandem, direbbe Cicerone, fino a quando dovremmo sopportare il ricatto della Russia consumato sulla pelle del popolo Ucraino facendo dichiarandoci ipocritamente non belligeranti? Vogliamo vedere gli Ucraini “morire lentamente” come dice il presidente Zelenskiy, mordendo la nostra coscienza o basterà ad aprirci gli occhi una malaugurata morte di una donna o di un bambino ma con il passaporto di un paese della nato?

Crediamo veramente, parafrasando De André, che le sanzioni e l’accoglienza ci facciano sentire tutti assolti di fronte ai bambini alle donne ai civili ucraini morti? Sono stati gli invasori russi ad averci coinvolti tutti e non possiamo più girarci dall’altra parte.