La “Marcia di liberazione” del 10 ottobre, ovvero “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”

di Alessandro Cini

La discrezionalità con cui questo Governo sta applicando le restrizioni sul Covid-19 comincia ad avere un effetto urticante sulla stragrande maggioranza degli italiani responsabili, quelli che, pur  ringraziando il cielo di non aver incrociato sulla propria strada il virus, hanno compreso cosa vi sia in gioco, perché il Covid-19 un gioco non è. Preoccupati per il futuro proprio e dei loro cari, assaliti da ogni genere di dubbio, pieni di timori, spesso rassegnati a un certo italico fatalismo, ma consapevoli del ruolo che ciascuno di noi interpreta, questi italiani hanno accolto l’ennesimo DPCM come la classica pietanza a base di rospo che va inghiottita.

Ma al danno, si sa, si unisce inevitabilmente la beffa. Mentre nuove regole governative impongono maggiore rigidità per quel che riguarda l’uso delle mascherine e il divieto di assembramento, il 10 ottobre prossimo a Roma si profila all’orizzonte l’ennesimo fine settimana all’insegna della spensieratezza carnascialesca. Programmata a piazza San Giovanni, infatti, un’ulteriore manifestazione intitolata con enfasi post-bellica “Marcia di liberazione”.

Tra una presa di distanza dai sovranisti/populisti/negazionisti “No Mask” del 5 settembre scorso e l’altra, per comprendere l’humus ideologico dell’evento è sufficiente leggere la lista dei nomi di coloro i quali si sono fatti promotori dell’iniziativa e che, in presenza o in spirito, scenderanno in piazza a San Giovanni. Un po’ alla rinfusa, di grande impatto psicologico, ma soprattutto tese a creare il maggior grado di polarizzazione possibile, le parole d’ordine dettate dal filosofo televisivo, Diego Fusaro, sono “lavoro, reddito, democrazia, sovranità”. Chiari, almeno a chiacchiere, gli obiettivi: difendere i ceti più poveri dalla crisi indotta dalla pandemia, quindi protestare contro “l’uso politico liberticida e terroristico” che il Governo sta facendo dell’infezione virale, avendo nella proroga dello Stato di emergenza un obiettivo contro cui sparare a vista.

Qualcuno potrebbe obiettare che fin qui le rivendicazioni a carattere politico siano assolutamente condivisibili, anche perché nei giorni scorsi la stessa presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, si era spinta a chiedere al Governo Conte chiarezza sullo Stato di emergenza. Fino a un certo punto. Perché quando si scorre la lista di promotori e partecipanti dell’adunata romana se ne smaschera anche l’anima più intima. Si comincia dalla deputata “No-Mask” e “No Vax” Sara Cunial, gentile cadeau parlamentare del M5S, su posizioni decisamente antigovernative, passando per le note di colore “pop” costituite da Enrico Montesano (che alla manifestazione “live” non ci andrà) e Rosita Celentano, fino a giungere a sigle quali il Fronte sovranista italiano, l’Alleanza Italiana Stop 5G (che non vuole la realizzazione del 5G Action Plan) e il Movimento 3V (quello complottista che chiede verità sui vaccini).

Insomma, dato il parterre de rois è facile preconizzare che piega potrebbe prendere la manifestazione, tra provocazioni fatte di assenze di mascherine e azzeramento delle distanze interpersonali. Non è facile capire invece come agirà il ministero dell’Interno, chiamato a far rispettare i dettami governativi sul Covid-19 in mezzo a un evento che non sappiamo quanta gente richiamerà. Multe? Identificazioni? Fermi di Polizia? Succhino?