Twittaroli scatenati dopo che il governatore del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, è stato avvistato alla presentazione del nuovo libro di Alan Friedman, l’opinionista americano che un giorno sì e l’altro pure spara bordate su Capitan Salvini. L’ultima, bordata, sulla presunta visita di Matteo da Putin: “Spero che a Salvini vada meglio che in Polonia”. Fedriga era alla presentazione con Enrico Letta, Colao e la giornalista Merlino che ha pure twittato una dichiarazione del governatore: “Sono convinto che l’Italia deve difendere le democrazie occidentali,” vedi alla voce Ucraina, perorando il valore della libertà come conquista occidentale.
Tutto questo mentre il Foglio rilancia la “Lista Fedriga” alle prossime elezioni regionali e comunali, già presentata dal diretto interessato nel dicembre scorso. L’idea di Fedriga è andare oltre l’elettorato leghista, aprirsi al civismo, ai moderati di centro e centrodestra. “Penso a una lista che sia qualcosa in grado di allargare il bacino elettorale della coalizione intercettando quella porzione di elettori che, magari, non si riconoscono nei partiti tradizionali”, aveva detto Fedriga non più tardi di qualche mese fa annunciando la sua ricandidatura alla guida del FVG.
Ma ora, visto il subbuglio generale in casa leghista, il problema per Salvini diventa capire se solo di allargamento civico si tratta o è allarme rosso, ovvero se il quarantenne e ambizioso governatore sta prendendo il largo. Non solo coltivando una posizione tutta sua nel partito, ma proprio abbandonandolo. “Conosco solo una forma di precauzione contro il Covid. Vaccinarsi. Io l’ho fatto quando è arrivato il mio turno”, ha detto nel recente passato Fedriga marcando le distanze da novax e dai leghisti più allergici a mascherine, vaccini e restrizioni anticovid.
Insomma questa “Lista Fedriga” si rivela l’ennesima spina nel fianco di Salvini. Negli ultimi mesi i retroscena sul destino del governatore del Friuli Venezia Giulia si sono sprecati, ma sta di fatto che Fedriga alla prova del governo regionale ha saputo brillare, e ormai esercita perlomeno sul suo territorio una leadership moderata ben diversa dalle citofonate salviniane. Il curriculum per fare un salto, di qualità ma anche e perché no fuori dalla Lega, Fedriga ce l’ha già. Tre legislature alla Camera in attivo, capogruppo della Lega, presidente del Friuli Venezia Giulia e pure della Conferenza Stato-regioni. Consenso in crescita e idee chiare per un’alternativa al sovranismo più becero.
Vedremo se la lista civica per le regionali in Friuli sarà solo l’inizio di un progetto politico più ampio, non ostile all’Europa e pensato per arginare l’arrivo delle truppe meloniane. Per Salvini i problemi comunque si rincorrono senza sosta. La sconfitta della Le Pen, la crisi Ucraina che ha fatto capire a tutti come l’unica invasione è quella di Putin (che ha provocato fino ad ora cinque milioni e mezzo di rifugiati in Europa), la difficoltà di fare l’opposizione mentre sei leader di un partito che sostiene il governo Draghi. Infine la Lista Fedriga. E lo spettro, sempre per Salvini, di una scissione nell’aria.