La grande onda e la libertà

La “Grande onda” dell’artista giapponese Katsushika Hokusai è un’icona della contrapposizione delle forze. L’opera rappresenta plasticamente il contrasto tra la forza travolgente e apparentemente invincibile di qualcosa – la grande onda, appunto – e quella finita di qualcuno – i pescatori, che nel quadro sono ritratti in balìa del procelloso mare.

Non sembri eccessivo richiamare il lavoro di Hokusai per descrivere la situazione nostrana. I pescatori sono il Paese, la sua economia, i milioni di giovani che non vedono futuro in patria, i ricercatori che fuggono, gli operai che perdono il lavoro, i professionisti che non ce la fanno a quadrare i conti, le migliaia di impreseche ogni mese chiudono i battenti come fossero birilli al bowling. I pescatori sono le vittime di una giustizia ingiusta, i milioni di cittadini sottoposti a un fisco opprimente, costretti a combattere una burocrazia asfissiante e ottusa, una sanità lenta e male organizzata, a contrastare ritardi imperdonabili negli investimenti in infrastrutture, ricerca, cultura o in sostengono agli handicap.

E la grande onda chi rappresenta? Nella realtà, le grandi onde sono tante. Ma ve n’è una che più di altre rischia di far affogare il paese: la sclerotizzazione dei modelli sociali, economici, culturali di riferimento. In altre parole: la grande onda è l’imbalsamazione del pensiero politico, l’immobilismo dell’azione di governo, la ripetizione di scelte sociali ed economiche che la storia ha già dimostrato perdenti. E i suoi spruzzi sono i populismi da quattro soldi, l’inganno convertito in potere di governo, la mediocrità elevata a scranno di comando, l’incompetenza trasformata in metro egualitario.

Ecco perché sono indispensabili nuovi modelli che sappiano coagulare le forze riformatrici – non le forze riformiste, le quali di riformatrici hanno ben poco – che la società è in grado di esprimere. Forze liberalidonne e uomini libertini, ossia donne e uomini “che per fare professione di desiderare la libertà, si chiamano libertini”, come scrisse Francesco Guicciardini ne Dell’Istoria d’Italia già nel 1525.

La resilienza di liberali e libertini deve giocoforza passare dalla costruzione o dal completamento di una forza politica antagonista. Se questo non accadrà, la grande onda del conformismo ideologico e dei programmi politici si trasformerà in uno tsunami senza ritorno. Per i pescatori.

tratto da http://www.opinione.it/editoriali/2020/02/17/alessandro-giovannini_grande-onda-katsushika-hokusai-ricercatori-operai-professionisti-imprese-giustizia-resilienza-liberali-libertini/