“Alcuni potrebbero considerare l’idea di prendere di mira i leader religiosi come una trasgressione che va oltre la politica. Ma il patriarca Kirill, o per usare il suo nome secolare Vladimir Mikhailovich Gundyaev, è ben lontano dall’essere un servitore di Dio: è diventato il braccio guerrafondaio dei crimini di guerra commessi dal Cremlino in Ucraina”, scrive così su «La Repubblica» l’esperta di diritti umani Hanna Hopko. L’ex deputata ucraina fa un’analisi approfondita sul ruolo del religioso russo nel conflitto in atto a Kiev. Il leader settantenne ha definito la guerra una “operazione militare speciale nel Donbass”; ha giustificato l’operato dello zar. Qualcuno ricorderà che alla vittoria alle elezioni del 2012 di Putin, Kirill parlò di “un miracolo di Dio”. E questo non è niente.
“Il 10 aprile, Gundyaev ha invitato i suoi seguaci ad assistere le autorità per aiutare a respingere i nemici, esterni e interni. Inoltre, in un sermone del 6 marzo, ha descritto la guerra come parte di una battaglia metafisica tra apparenti valori tradizionali orientali e decadenza e immoralità occidentali. Secondo Gundyaev, stupri, omicidi e saccheggi inflitti ai civili ucraini disarmati sono giustificati, perché una volta all’anno si tiene il gay pride a Kiev”, ha osservato Hanna Hopko. È convinto il patriarca Kirill, come lo zar, che l’Ucraina non sia una nazione sovrana. “La società russa non sta solo credendo alla storia favorevole alla guerra contro un mitico ‘governo nazista’ a Kiev, ma sta diventando assetata di sangue contro tutti gli ucraini”, puntualizza l’ex deputata.
Una propaganda che passa anche attraverso Gundyaev e altri sacerdoti che hanno benedetto i missili diretti in Crimea e in Siria. “Gundyaev non dovrebbe essere autorizzato a viaggiare liberamente per diffondere il messaggio di odio del Cremlino. I suoi beni, che i giornalisti russi ed internazionali ritengono siano stati depositati in banche e sperperati in attività all’estero, dovrebbero essere esaminati e sequestrati. In qualità di capo cheerleader del regime russo, è inaccettabile che fino ad oggi sia sfuggito alle sanzioni”, ha ribadito con forza la Hopko.
Da qui l’invito rivolto all’Occidente della donna, che ora dirige il consiglio di amministrazione del National Interest Advocacy Network “ANTS”, di sanzionare il religioso: “Gundyaev è chiaramente un tirapiedi di Putin, pertanto il suo stile di vita e i suoi beni dovrebbero essere presi di mira”.