ius scholae

Lo ius scholae è questione di civiltà. E infatti il centrodestra si spacca

Novità importanti dalla commissione Affari costituzionali della Camera, dov’è passata la proposta per l’adozione del testo unificato sullo ius scholae. I partiti del centrodestra hanno deciso di votare in maniera diversa la proposta che comporta il conferimento della cittadinanza dopo lo svolgimento di un periodo scolastico da noi. Forza Italia ha scelto di votare a favore del testo e con lei Italia Viva, Pd, M5s e Leu. La posizione contraria di Lega e FdI non stupisce nemmeno tanto. La «Buona Destra» da sempre sostiene che lo «ius soli» non può che far bene al Paese. Così come lo «ius scholae» appunto. È una delle tante battaglie da portare avanti con orgoglio.

Fuori luogo, nonché scorretta, è sempre stata l’idea di Salvini e Meloni di associare il tema dello ius soli agli sbarchi, all’immigrazione clandestina. E continuano a sbagliare Lega e Fratelli di Italia ancora oggi: i due partiti hanno votato per il no allo ius scholae, mostrando ancora una volta tutta la loro inadeguatezza. Anche perché la legge così com’è non ha connotazioni ideologiche che giustificano una risposta di questo tipo. È un discorso di libertà, una conquista di civiltà.

In sostanza, il provvedimento che oggi è passato per la prima volta prevede che “un minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia”, lo stesso che “abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale” possa conseguire la cittadinanza italiana.