Tutte le contraddizioni dei partiti hanno cominciato a riemergere con prepotenza all’indomani della caduta del governo Draghi in una estate elettorale torrida, che difficilmente dimenticheremo. La vera novità, piccola o grande che sia (a seconda dei punti di vista, che vivaddio in democrazia possono essere diversi), è rappresentata per ora dalla nascita del cosiddetto “terzo polo”, che si pone come alternativa alla destra e alla sinistra. Chi boccia l’iniziativa ai nastri di partenza sbaglia. “Il mondo è un posto pericoloso. Non per via delle persone che fanno del male, ma per via di quelle che si siedono e guardano quel che succede”, diceva Albert Einstein, come ha ricordato oggi l’ex forzista Andrea Cangini, ora nelle file di Azione, che ha aggiunto: “Chi abbassa lo sguardo è complice, chi si accontenta non gode, chi si astiene è responsabile”. Una riflessione che non si può non condividere, proprio perché la politica è impegno, è gettare il cuore oltre l’ostacolo per perseguire il bene comune. Non è propaganda, la politica seria è lontana dagli interessi particolari, dalle spinte dei singoli e da opportunismi. Restare chiusi nella torre d’avorio, ripiegati nelle proprie convinzioni non giova a poco più di un mese dal voto: bisogna superare il pregiudizio (finanche le antipatie verso questo o quel personaggio) e guardare alle idee, ai programmi.
Inutile continuare a tirar fuori vecchi video in cui si sente Carlo Calenda dire: “Io con Renzi, mai”. Anche perché se ci mettessimo a guardare nell’armadio di ciascun leader troveremo molto peggio, frasi ben più gravi. La verità è che “mai” e per “sempre” non andrebbero mai usati in politica. L’accordo tra il fondatore di Azione e di Italia Viva nasce dalla necessità del momento, dal pericolo reale di vedere l’Italia nelle mani di Meloni, Salvini e compagnia bella, specie dopo i tanti traguardi raggiunti dal governo Draghi. Vi ricordate cos’era il nostro Paese prima che l’ex numero uno della Bce salisse a Palazzo Chigi? La campagna vaccinale a rilento, l’economia in ginocchio, un tasso di disoccupazione senza precedenti. Per questo l’agenda Draghi va portata avanti con convinzione.
Il terzo polo si è reso necessario proprio per combattere i populismi di ogni ordine e grado, a destra come pure a sinistra. In quale altro modo si sarebbe potuta contrastare una certa destra sovranista ed estremista? In che maniera si sarebbe potuto offrire agli elettori delusi dal Pd e dalle scelte sciagurate di Letta una via di fuga, un progetto in cui riconoscersi? Chi è titubante sulla nascita del Terzo Polo dovrebbe leggere un passo preso dallo «Zibaldone» in cui Giacomo Leopardi riflette sull’importanza dell’agire, soprattutto in certi casi: “Del resto, sebbene la morale per se stessa è più importante, e più strettamente in relazione con tutti, di quello che sia la politica, contuttociò a considerarla bene, la morale è una scienza puramente speculativa, in quanto è separata dalla politica: la vita, lʼazione, la pratica della morale, dipende dalla natura delle istituzioni sociali, e del reggimento della nazione: ella è una scienza morta, se la politica non cospira con lei, e non la fa regnare nella nazione. Parlate di morale quanto volete a un popolo mal governato; la morale è un detto, e la politica un fatto: la vita domestica, la società privata, qualunque cosa umana prende la sua forma dalla natura generale dello stato pubblico di un popolo”.
Insomma, l’Italia aveva bisogno di un’alleanza repubblicana e al contempo riformista che combattesse con forza gli estremismi. Perché l’ha scritto oggi Matteo Renzi, rivolgendosi agli Italiani: “Salvini e Meloni non sono un pericolo per la democrazia: sono un pericolo per i vostri risparmi”. In cabina non si può pensare di costringere gli elettori a votare il meno peggio: meritiamo molto di più, siamo un popolo degno di gente preparata con dei sani principi, pronta a mettersi in gioco. Anche a “sporcarsi”, uscendo dalla propria comfort zone. Ne abbiamo abbastanza di reclami e slogan ad effetto, occorre una politica realista quanto coraggiosa. La permanenza di Draghi a Palazzo Chigi ci ha insegnato molto, soprattutto ci ha fatto capire che bisogna mirare all’eccellenza, non prendere quel che capita.