Interrogazioni a pagamento e su commissione, per cementare il fronte sovranista filo russo. Sarebbe costata 20mila euro ai russi vicini a Putin l’interrogazione presentata dal senatore leghista Paolo Tosato – come riporta un’inchiesta de L’Espresso sui legami degli estremisti di destra europei e lo zar del Cremlino – in cui si chiedeva al governo di Roma di sospendere le sanzioni contro la Russia varate dopo l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca. In base a documenti che L’Espresso ha visionato, grazie al quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung che li ha trovati e li ha condivisi con altre testate europee, è stato possibile scoprire che in calce al testo dell’interrogazione, che risulta scritto da una collaboratrice del milionario russo Konstantin Malofeev, sostenitore di Putin, c’è una cifra: 20 mila euro. Il documento è datato 9 giugno 2016, mentre l’interrogazione di Tosato, la 6-00189, è stata presentata il 27 giugno dello stesso anno. La risoluzione chiedeva all’allora Governo Renzi di “attivarsi in tutte le sedi competenti (…) affinché vengano immediatamente sanciti il termine e la revoca di ogni sanzione nei confronti della federazione Russa”.
Sono decine e decine i documenti recuperati da L’Espresso per svelare i rapporti dell’estrema destra sovrani sta europea – la Lega, i partiti nazionalisti e xenofobi della Germania, Austria, Olanda e altri paesi della Ue – e gli oligarchi che sostengono il regime de Cremlino. In Italia al centro di queste attività filo russe, secondo i documenti raccolti, fino al 2019 è stato Gianluca Savoini, già portavoce di Matteo Salvini – ancora indagato dalla procura di Milano per l’incontro all’hotel Metropol di Mosca con tre emissari russi: l’accusa è che Savoini sia stato il tramite per un finanziamento alla Lega attraverso una fornitura di gasolio all’Eni – e vicinissimo all’oligarca ultra nazionalista Konstantin Malofeev.
L’inchiesta de L’Espresso ha rivelato anche come Savoini il 22 dicembre 2015 abbia invitato l’ex parlamentare leghista Claudio D’Amico ad un incontro milanese con esponenti di Russia Unitac il partito di Putin, svoltosi poi il 28 gennaio 2016 con la partecipazione anche della francese Marine Le Pen, dell’olandese Geert Wilders e dell’austriaco Heinz-Christian Strache. All’incontro era stato invitato, tramite la figlia Daria, anche il filosofo russo Alexander Dugin, ideologo di Putin che proprio qualche sera fa era ospite di Mario Giordano su Mediaset a difendere le ragioni dello zar. “Ovviamente terremo sotto silenzio la partecipazione di Dugin – dice Savoini secondo L’Espresso -, ne abbiamo informato solo Le Pen e Strache”. Quando poco dopo The Telegraph pubblica un pezzo sui finanziamenti di Mosca ai partiti sovranisti, l’uomo di Salvini scrive direttamente a Dugin. “Caro Alexander, la Lega Nord e il suo gruppo nel Parlamento Ue sono sotto attacco della stampa globalista e filoatlantica – riporta L’Espresso -. Parlano di finanziamenti russi alla Lega Nord. Noi sappiano che non è vero, ma dobbiamo evitare presenze ufficiali all’incontro: il partito di Wilders ha richiesto ufficialmente che non ci siano personalità russe. Konstantin (Malofeev, ndr) ha telefonato a Marine? Così possiamo organizzare un incontro in un hotel, non in pubblico”. Non solo. Nel 2019 Savoini organizza anche un viaggio sovranista a Mosca per esponenti dell’Afd tedesco. “Mister K è pronto a ricevere lei e il signor Bjorn Hoecke nel suo ufficio a Mosca – scrive Savoini ai nazionalisti tedeschi -. Qui vi presenteròAndrey Klimov, capo delle relazioni internazionali di Russia Unita, il partito di Putin. Mentre l’incontro con il signor K sarà privato, ovviamente”. A partecipare al viaggio saranno, come rivela L’Espresso, i deputati Frank Pasemann e Steffen Kotré, insieme ad Andreas Kalbitz e John Hoewer, che rappresentano l’Afd nel parlamento del Brandeburgo e della Sassonia-Anhalt.
Spiegare la posizione di Salvini verso la Russia, oggi, alla luce di questi accadimenti diventa più facile.