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Infliggere la morte con la fame, la strategia spietata di Vladimir Putin

L’assedio di Mariupol ricorda quelli di Aleppo e della Ghouta: si preannuncia ancora più spietata la seconda fase della guerra intrapresa da Putin. Accerchiamento delle zone sud-orientali dell’Ucraina per prenderne il controllo, bombe su depositi alimentari e stop ai rifornimenti energetici. Per costringere la popolazione e i militari alla resa lo zar mira a sfinire il nemico. Un’iniziativa crudele che ricorda la grande carestia imposta all’Ucraina da Stalin negli Anni Trenta. L’holodomor, letteralmente «infliggere la morte con la fame», che uccise quasi quattro milioni di persone.

«Che non entri e non esca nemmeno una mosca», detto in riferimento alla battaglia di Mariupol, nell’Azovstal, riassume la modalità con cui il Presidente russo da due mesi sta cercando di vessare la popolazione civile in Ucraina: è la via dell’assedio, della guerra che affama. A quasi due mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, gli sforzi delle truppe russe puntano a prendere il pieno controllo del Donbass e dell’Ucraina meridionale. Senza pietà, senza guardare in faccia nessuno. Putin con il Donbass avrebbe così il potere su tutta la zona sud-orientale dell’Ucraina, ricca di materie prime e strategica per la sua posizione sul mare. Dalla città martire di Mariupol, uno dei centri più importanti della zona, arrivano testimonianze agghiaccianti: civili “senza acqua e senza cibo”, come racconta il direttore generale della Croce Rossa ucraina Maksym Dontsenko.

Zelesnky continua ad accusare i russi di fare di tutto «per rovinare il potenziale agricolo» dell’Ucraina per «provocare una crisi alimentare nel paese e nel mondo». D’accordo con lui il segretario di Stato statunitense Antony Blinken, che dice «è vergognoso il mondo continua a dire a Putin di far entrare cibo e medicine, lasciare evacuare i civili mentre lui fa morire di fame le città accerchiate e assediate». Affamare i civili è un’arma antica come la guerra, si usava dai tempi del Medioevo. È la strategia più subdola. Distruttiva al pari delle bombe, spietata, malvagia. Anche di questo dovrà rispondere lo zar. L’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale recita: «si intende per crimini di guerra: affamare intenzionalmente i civili, come metodo di guerra, privandoli dei beni indispensabili alla loro sopravvivenza, ed in particolare impedire volontariamente l’arrivo dei soccorsi previsti dalle Convenzioni di Ginevra».