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In Senato Conte vuole la fotocopia sbiadita di Petrocelli

E’ iniziato il totonomi per trovare il successore di Vito Petrocelli, il grillino rimasto asserragliato in Commissione Esteri al Senato dopo che i suoi colleghi si sono dimessi in massa indignati per i tweet  con la Z di Putin lanciati dal presidente “Petrov”.  Giuseppe Conte conferma  che Petrocelli è fuori dal movimento ma il capo di 5 Stelle non intende mollare la guida della Commissione.  Così spunta il nome dell’ex capogruppo grillino Licheri come successore di Petrov.

Nel partito pentastellato, com’è noto, ormai si è aperto un baratro tra i fedelissimi del ministro Di Maio che sostengono la linea del Governo italiano al fianco di Kiev e il partito contiano che invece  ondeggia sul ruolo del nostro Paese nella guerra in Ucraina. La linea di Conte possiamo riassumerla così: via i filoputiniani ma non mandiamo armi pesanti a Kiev, perché la guerra bisogna risolverla con la diplomazia. Linea politica che poi serve a Conte per mettere i bastoni tra le ruote a Draghi, cercando di rianimare il consenso della base grillina verso il movimento ormai ai minimi termini.

Ebbene, dopo i tweet filoputiniani di Petrocelli, ci si potrebbe aspettare un segnale di forte discontinuità del movimento 5 Stelle sui nomi che andranno a guidare la Commissione esteri del Senato. Ma quando mai.  Licheri  sembra una fotocopia solo più sbiadita del suo predecessore Petrocelli. In TV ha detto che l’Ucraina se l’è un po’ cercata perché non ha voluto fare “l’unione doganale” con Mosca (sic).  E’ un convinto sostenitore della “via diplomatica” alla soluzione del conflitto, ovvero mettere Putin nella condizione di vincere la guerra, visto che la Russia non sta negoziando un bel nulla. Infine, Licheri incarna al meglio la ambiguità contiana sull’invio delle armi a Kiev: Sì, No, Ni, armi leggere ma non pesanti,  il tutto condito da mille complicazioni procedurali mascherate dietro la difesa della sovranità del parlamento.

Certo, Licheri non twitta la Z putiniana.  Però incarna la linea di politica estera del Movimento a trazione contiana e grillina: canali diplomatici aperti con il criminale di guerra Putin perché non si sa mai come andrà a finire in Ucraina. Molta  Cina in Italia.  E  via discorrendo.