I sondaggi non sono voti, e Viktor Orban, a dispetto di quello che sembrava, ottiene una netta maggioranza (53% circa) rispetto all’avversario (35% circa) e si avvia a guidare l’Ungheria per il quarto mandato consecutivo. Seppur con elezioni che lasciano più di un dubbio in ordine alla piena regolarità, in particolare sotto il profilo della parità, in campagna elettorale, fra il partito di governo Fidesz e la coalizione avversaria, il risultato è comunque chiaro e inequivocabile.
Tuttavia, il neo-rieletto satrapo ungherese, non rinuncia alla sua proverbiale tendenza a mistificare la realtà e a condirla con frequenti inesattezze, quando non proprio con evidenti falsità.
Già dalle prime parole che ha pronunciato nel discorso post elettorale si è capito bene che la sua linea di aperta sfida all’Unione Europea non è cambiata, anzi! Orban continua a ritenersi lo strenuo difensore dell’identità del popolo ungherese contro i burocrati di Bruxelles (che però intanto finanziano ampiamente l’Ungheria senza che questa restituisca al bilancio europeo una somma comparabile).
Altra cosa nota, ma che è stata palesemente confermata, è la linea smaccatamente filoputiniana rispetto all’invasione dell’Ucraina che continuerà a tenere il governo ungherese. Non solo Orban lo scorso febbraio aveva concordato con Putin un aumento delle importazioni di gas dalla Russia portandole da 4,5 mld a 5,5 mld di metri cubo l’anno, ma è il suo è l’unico Stato che non ha acconsentito all’invio delle armi a favore della resistenza ucraina ed è uno dei pochi che manifesta ampie riserve, chissà perché (?), su un eventuale embargo al gas russo laddove l’UE decidesse in tal senso. Come se ciò non bastasse, e come se il suo appoggio allo zar russo non fosse sufficientemente esplicito, nel discorso post elettorale, annuncia trionfante di aver vinto (oltre che contro Bruxelles e il solito Soros), anche contro Zelensky.
Il messaggio lanciato alla comunità internazionale è molto chiaro e, al tempo stesso, inquietante: l’Ungheria politicamente è schierata con Putin e non accetterà scelte che possano ledere eccessivamente l’alleato. Una netta scelta di campo che auspichiamo possa condurre Orban a trarne le debite conclusioni uscendo dall’Unione e finendo nelle accoglienti (si fa per dire!) braccia di Mamma Russia. D’altro canto, non è un caso che uno dei primi a congratularsi con Orban per la vittoria, sia stato proprio Vladimir Putin, come rende noto proprio il Cremlino. Lo stesso Putin, in un telegramma, ha espresso la fiducia che lo sviluppo della partnership risponda totalmente agli interessi dei popoli russo e ungherese.
Tuttavia, se è vero che per lo dittatore moscovita avere un cavallo di troia all’interno dell’UE non è cosa da poco, non dobbiamo commettere l’errore di sopravvalutare eccessivamente l’Ungheria e il suo quadrimandatario presidente. Anche perché le folli scelte riguardo la guerra russo-ucraina hanno completamente isolato l’Ungheria anche rispetto ai suoi tradizionali alleati. Il Fronte di Visegraad è obiettivamente spaccato, con Repubblica Ceca, Slovacchia e, soprattutto, Polonia, che perseguono una politica di pieno appoggio, anche militare, all’Ucraina. Anzi, la Polonia, per evidente interesse di parte, risulta esser fra le nazioni più preoccupate delle mire neoimperialiste di Mosca e quindi spinge per un maggior coinvolgimento della NATO nel conflitto.
A fronte di questi obiettivi dati di fatto, Orban, mistificando la realtà fino alla esplicita millanteria, è convinto che di avere fra le nazioni “amiche” l’Italia e gli USA e la medesima Polonia.
Forse gli sfugge che in Italia non c’è più il governo gialloverde e che in USA la presidenza non è più in mano a Donald Trump. Probabilmente non ha compreso che sia Mario Draghi che Joe Biden, per non parlare di Duda, sono schierati su posizioni totalmente opposte a quelle sposate dall’Ungheria. Ora, si può comprendere la sbornia elettorale post-vittoria che induce Orban a facili entusiasmi, ma negare la realtà in modo così spudorato ha dell’incredibile.
La verità è tutta un’altra, caro Orban! Goditi pure la tua vittoria, ma non dimenticare che sei completamente isolato, non hai sostanzialmente alcuna rilevanza nello scacchiere internazionale e (ricorda pure) che in politica non vige il principio dell’”uno vale uno”, nemmeno nei rapporti tra Stati. Insomma, caro Orban, goditi la tua netta, ma completamente inutile vittoria!