Matteo Salvini può tornare ad essere incisivo, politicamente, solo se riprende in mano il suo vangelo. Molti banalizzano sulle conseguenze delle sue parole d’ordine, razzismo ed oscurantismo del progresso, inteso come crescita di diritti per variegate minoranze. Il suo tema cult era l’immigrazione, la sostituzione etnica. Ma andiamo alle radici dei problemi denunciati dal fronte sovranista. Di fatto la sintesi di partiti e luoghi diversi che si riconoscono nel gruppo Europeo degli Identitari è espressamente dichiarato nel nome.
Loro sono per le identità nazionali, che non sono solo territorio e popolo, ma anche modi di vivere, pensare, lavorare, mangiare, pregare e tante altre cose. Potremmo, parafrasando il film, dire che il vangelo di Matteo Salvini è basato sul Mangia, prega, ama. Da cui Nutella italiana a tempesta, rosari in mano, e difesa della famiglia iper tradizionale. Anche quando è contro il mood dell’anti Patriarcato. Gli identitari di Firenze sono contro l’omologazione che proviene dalla globalizzazione, e contro la sua ideologia, il liberismo capital-finanziario. Il nemico e Soros e soci, che spostano capitali, aprono e chiudono aziende in un batter di click su piattaforme di borsa. Che impongono prodotti e stili di vita e consumo, vaccini e medicine, mode e tendenze, non integrandosi con culture locali ma spesso sostituendole. Loro, i seguaci di Matteo e dei suoi apostoli, sono per il Glocal contro il Global, contro il progresso omogeneizzante. W il maiale, abbasso il cotechino sintetico.
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Una volta il nemico imperialista era l’AmeriKa, col kappa, che voleva controllare tutti e farci comprare tutto, massificandoci. A questa visione si opponeva un mondo resistente, di sinistra, che a pugni chiusi non si voleva omologare al consumismo, aveva una sua chiesa, il partito, una simbologia, falce e martello, da lotta di classe. Nel mondo digitale la falce ed il martello sono obsoleti, Rifkin ha profetizzato, vincendo il Nobel, la fine del lavoro. Ed allora cosa resiste?
Il Comunitarismo invece del comunismo, valligiano o padano, della Foresta Nera o delle pianure ungheresi, delle fattorie del burro olandese, dei taglialegna svedesi. Magari hanno uno smartphone, ma vogliono vivere secondo canoni diversi, almeno parzialmente, dal mondo globale. Il Liberismo è lo sterco del diavolo per costoro, o Dio o Mammona, e Salvini il fiorentino, terra del Rinascimento, dell’Italia dei Comuni e delle corporazioni, oltre che di Verdini, è il Profeta del Glocal.