Nonostante ciò che è accaduto ad Azione con Più Europa, alle ultime elezioni, la proposta di dar vita ad una federazione con Italia Viva da parte di Carlo Calenda è sicuramente la scelta giusta. E anzi, proprio le divisioni alle ultime Politiche, hanno dimostrato la bontà dello schema federale scelto da Azione, che ha consentito di perseguire in autonomia la sua politica.
Sovente lo schema federativo è infatti utilizzato per dare un’articolazione territoriale ad un’associazione complessa, quale può essere quella del coordinamento tra partiti e movimenti autonomi e diversi che vogliono lavorare insieme prevedendo per questo organi federativi intermedi, che raggruppano le organizzazioni di livello inferiore in ambiti territoriali via via più ampi, e un livello federativo nazionale. Non vi è dubbio che dopo il soddisfacente risultato elettorale sia questa la strada giusta che Calenda e Renzi debbono perseguire nei prossimi giorni, salvo tuttavia valutare il futuro dello quadro politico-elettorale. In particolare, se permanga questo assetto istituzionale sostanzialmente bipolare (con ad esempio il riavvicinamento del Pd al M5 e la tenuta della coalizione del centrodestra) sostenuto da una pessima legge elettorale (il cui effetto maggioritario e bipolare è aggravato dalla diminuzione dei parlamentari con il conseguente allargamento territoriale dei collegi); oppure, come auspicabile, si vada verso riforme, anche costituzionali, che garantiscano alleanze per governare e non solo per vincere,
Ciò detto, non avendo la palla di vetro per conoscere cosa ci riserverà questa legislatura, è importante che il Terzo polo (nome assolutamente da cambiare) si strutturi e diventi la casa dei liberali e dei riformisti di destra e di sinistra che non si riconoscono nelle scelte populiste e sovraniste rappresentate dagli altri partiti presenti in parlamento sia in maggioranza che all’opposizione. In questo, la federazione proposta da Calenda con Italia Viva è un passo fondamentale purché, a mio avviso, il progetto fin dall’inizio non sia limitato solamente al partito di Renzi, ma contempli da subito la possibilità di avere altri ‘soci di minoranza già organizzati sul territorio e che condividono il progetto del ‘patto repubblicano‘.
Penso ovviamente al ‘recupero‘ del rapporto con Più Europa, il cui vulnus elettorale necessiterà forse di un po’ più di tempo, ma anche ad altre formazioni/componenti il cui elettorato (se non sempre gli organi ufficiali) alle ultime elezioni hanno combattuto al fianco di Azione e Italia Viva e che sarebbero da subito disponibili a sottoscrivere il patto federativo.
Tra queste sicuramente c’è il movimento Buona Destra di Filippo Rossi (già candidato con Azione alle ultime Politiche) ma anche Base Italia di Marco Bentivogli, così come il Partito Repubblicano Italiano e, perché no, all’Italia dei cittadini di Pizzarotti e Falasca nonostante le divergenze riscontrate alle ultime elezioni ed ovviamente ai tanti socialisti e liberali sparsi nelle varie formazioni liste civiche e associazioni presenti sul territorio.
A tutti questi, Carlo Calenda deve rivolgersi perché siedano al tavolo con Italia Viva per dar vita, insieme, alla nascente federazione del Terzo polo: una federazione che necessariamente deve essere un qualcosa di più di un accordo fra due partiti, qualcosa di molto più grande e importante. È evidente che i processi politici hanno bisogno di tempo e che non tutti i partiti e i movimenti citati (ed altri che potrebbero esservi) saranno pronti da subito a sottoscrivere l’accordo federativo, tuttavia molti sono già organici alle strutture organizzative e territoriali del Terzo polo, ed è evidente che un loro immediato coinvolgimento come ‘soci fondatori’ nella nuova Federazione non potrebbe che far bene ad Azione e a Italia Viva.
Infatti un accordo che vedesse tra i sottoscrittori anche i rappresentanti di altri movimenti, oltre i due leader maximi rappresenterebbe il vero nuovo fatto politico post elettorale e segnerebbe la nascita di un soggetto politico già pronto ad andare oltre il pur riuscito cartello elettorale tra i soli Renzi e Calenda.