E adesso per Meloni (e per l’Italia) viene davvero il difficile

E adesso per Giorgia Meloni viene davvero il difficile. Dopo aver ricevuto l’incarico da Sergio Mattarella a formare il governo, diramata la lista dei ministri per cui ha di fatto già spaccato la sua maggioranza prima di cominciare, appena giurato domani mattina la leader di Fratelli d’Italia diventerà la prima donna premier della storia della Repubblica.

Non si gioca più. Non si possono più usare i toni urlati da opposizione sguaiata, non si può più far ricorso ad artifizi populisti che tanto hanno pesato nel risultato uscito dalle urne. Non ci sarà il tempo per una fase di rodaggio. Adesso bisogna essere davvero pronti.

Ma Giorgia Meloni pronta non lo è. Lo ha già dimostrato, purtroppo, in queste settimane. Non è pronta a guidare una coalizione con dei partiti che non le riconoscono la leadership. Non è pronta a far fronte ai ricatti e alle prese di posizione di Lega e Forza Italia, la vera opposizione al suo stesso governo, che mineranno il suo esecutivo dal di dentro.

La dimostrazione? Il tweet di congratulazioni di Silvio Berlusconi. “Congratulazioni al nuovo presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri. Buon lavoro a tutti – scrive il Cav -. Noi di Forza Italia daremo un contributo decisivo e qualificato: possiamo finalmente affrontare i problemi degli italiani e far ripartire il Paese”. Berlusconi si “congratula” ma non spende una sola parola per il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore nazionale degli azzurri. La guerra in Forza Italia non potrà non coinvolgere anche il governo, e il terremoto rischia di investire anche la Meloni.