“Ci avevano detto che l’Ucraina era governata dai nazisti. Ci avevano detto che il popolo ucraino aveva bisogno di noi. È tutto falso. Vi chiedo scusa”. Sono le parole di un soldato russo, prigioniero in Ucraina, durante una conferenza stampa dopo la cattura. Un lungo monologo, quello del militare, in cui afferma che i soldati non sono stati informati sulla reale natura dell’operazione e della guerra.
“Avevamo informazioni che andavano in un’unica direzione, non sapevamo quasi nulla. Quando sono arrivato qui, mi sono trovato davanti una donna che piangeva: mi sono vergognano, la gente dell’Ucraina non ci voleva qui. Se qualcuno venisse nella mia terra, reagirei come hanno fatto queste persone”, dice il soldato.
“In patria, le persone non sanno quasi nulla. Arrivano informazioni di un solo tipo, molti non hanno nemmeno internet. Ora cominciano a capire, ci sono le prime manifestazioni”, aggiunge. È ancora, in una sorta di flusso di coscienza di un intero popolo: “La Russia qui non può vincere. Possiamo invadere un territorio, non possiamo invadere le persone. Non saremmo in grado di controllare questa terra, saremmo isolati: un russo si vergognerebbe di dire che è russo”.
Ai soldati russi che stanno combattendo dice “andate a casa”, all’Ucraina rivolge un appello: “Molti soldati russi che sono qui non vogliono la guerra, nessuno vuole uccidere. Abbiamo un grande problema, aiutateci a risolverlo: salvate la vita di chi si arrende, se li uccidete nessuno tornerà a casa e nessuno potrà raccontare costa sta succedendo veramente”.