Il senso della “moderata” Giorgia per l’Europa

Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana e ora sono anche a capo di un partito europeo. La notizia è fresca: Giorgia Meloni ha assunto la carica di presidentessa del Partito dei conservatori e dei riformisti europei, lo European conservatives and reformists Party o ECR Party.

L’aspirante lider maxima del sovranismo italiano, “Mrs. Blocco Navale” se preferite, diventa così la prima politica italiana a guidare un partito in ambito europeo. Una nomina importante e prestigiosa, dicono i meglio informati, una nomina che le aprirebbe scenari e contatti internazionali nell’ottica di una sua possibile leadership del centrodestra italiano. Salvini, insomma, è avvisato.

Cosa e chi rappresenti l’Ecr Party è facile da spiegare: collocato esattamente in mezzo tra il moderato Ppe e il raggruppamento più estremo del Parlamento europeo, a cui aderiscono Lega e il FN di Marine Le Pen, il partito della neo-presidentessa Meloni è euroscettico e vanta solidi rapporti con i Repubblicani statunitensi e il Likud israeliano. A nomina fatta, resta da capire per quale imperscrutabile arcano Giorgia Meloni si ritrovi a capo di un partito che “riconosce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, indipendentemente dall’etnia, dal sesso o dalla classe sociale” e che “rifiuta qualunque forma di estremismo, autoritarismo e razzismo.”

Non per essere pignoli, ma se c’è stata una formazione politica che, almeno in Italia in questi ultimi anni, ha sistematicamente incardinato la propria comunicazione su razzismo, estremismo, intolleranza religiosa e disparità di genere per fini elettorali, quella è proprio Fratelli d’Italia a trazione meloniana.

Quanto all’improvvisa adesione della “madre cristiana” a valori quali “La libertà dell’individuo” che “include la libertà di religione e di culto” oltre alla “libertà di parola e di espressione” ci sarebbe di che eccepire, ma crediamo che sia alquanto evidente il nostro più completo scetticismo. Ammetteranno anche i suoi sodali più illuminati, che l’operazione di facciata che intende far passare Giorgia Meloni per una “moderata” non può che generare dubbi, perplessità e qualche sommessa risata.