Il Mes? Solo un problema ideologico

di Francesco Rubera

“Lo Stato non ha altre fonti di danaro che non siano il danaro che le persone si guadagnano. Se lo Stato vuole spendere di più, può farlo solo prendendo a prestito i vostri risparmi oppure tassando di più. Non serve a niente pensare che qualcun altro pagherà: questo ‘qualcun altro’ siete voi. Non esiste una cosa chiamata ‘denaro pubblico’; c’è solo il denaro dei contribuenti” ( Margaret Thatcher).

“Se premi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non essere sorpreso se produci disoccupazione” ( Milton Friedman).

In questi due principi liberali, si sintetizza la storia contemporanea nella sua stucchevole e drammatica attualità disarmante. Perché questi richiami di due illustri liberali, sono così attuali? Bene, il presidente Conte ha dichiarato che il MES ci costerebbe nuove tasse per restituirlo o riduzioni di spesa, ma in realtà le sue affermazioni lasciano perplessi, sino al legittimo sospetto in merito alla loro veridicità.

Ed invero, il nuovo BTP Italia 2020 ha permesso di raccogliere 22,3 miliardi. Il MES avrebbe garantito sino A 37 miliardi. Com’è noto, l’Italia è tradizionalmente un paese di risparmiatori e buona parte della raccolta è realizzata grazie ai risparmiatori italiani, oltre che esteri. Ma i BTP, avendo attualmente un tasso negativo costano meno del MES, che ha finalità solidali tra stati, ma che richiede garanzie e privilegi maggiori. In effetti, quando si calcola il costo dei BTP si dovrà tener conto delle premialità legate ai suddetti titoli. Con una raccolta di oltre 22 miliardi di euro, il BTP Italia 2020, finanzia (in parte, ovviamente) i provvedimenti sinora approvati per contrastare gli effetti economici della pandemia da COVID-19 e gli investimenti nel settore sanitario. Il nuovo BTP Italia 2020 ha un rendimento dell’1,4%, tasso minimo previsto dal MEF, ma prevede alcune premialità dopo i 5 anni ( attribuiti a coloro che li scambiano alla naturale scadenza), che a conti fatti costano all’Italia molto più del MES.

Il BTP 2020 ha permesso al Tesoro di non dover offrire tassi di interesse troppo elevati. Però, gli investitori saranno “premiati” oltre che con un rendimento dell’1,4% annuo, anche con le su citate premialità accessorie che potrebbero consentire agli investitori di raddoppiare questa percentuale. Il tasso è inoltre indicizzato al tasso di inflazione, così come il capitale. In questo modo, gli acquirenti non solo vedranno rivalutare i loro soldi “prestati” allo Stato, ma vedranno anche crescere il tasso di interesse generale in base al livello di indicizzazione legato alle spinte inflazionistiche. A fine quinquennio, quindi, il BTP Italia 2020 sarà il doppio rispetto all’1,4% del suo rendimento “nominale”.

Con il MES avremmo speso, secondo un’analisi condotta da Bloomberg in 22,3 miliardi di euro ( raccolti con i BTP), appena 110 milioni di euro. Ciò premesso, e’ di tutta evidenza che il nuovo Fondo Salva Stati che garantisce prestiti con un tasso di interesse di appena lo 0,1% sarebbe stato con assoluta certezza, molto più conveniente. Il BTP, provoca, invece, un saldo negativo da 1,290 miliardi di euro che rappresenta “il prezzo”, scaricato sui cittadini, “delle tensioni politiche con l’Europa” sul MES.

Per questo la valutazione di Conte sulle nuove tasse da istituire per restituire il MES è poco convincente. Perché i BTP ci costeranno 11 volte tanto. A conferma di ciò, c’è la spada di Damocle di istituire l’Imu sulla prima casa. Ma v’e di più, l’Italia è già al 48%, di pressione fiscale reale che è il rapporto tra gettito annuo e PIL comprensivo non solo del carico fiscale legale, ma anche del calcolo dell’incidenza sul PIL dell’economia non osservata, ossia l’economia sommersa e quella illegale. E se l’aiuto alle famiglie e imprese, promesso dal governo, dovrà servire a pagare le tasse, per ripagare il debito pubblico che a loro volta servono a pagare gli interessi del debito pubblico, succede che l’indebitamento pubblico si sta scaricando sulle parti più deboli della società, ma sta distruggendo alla base l’economia reale perché provocherà solo depressione economica con pericoli di spunte inflazionistiche che solo l’euro potrà contenere, ma che non faranno di certo piacere all’eurozona. Ed è questo il risultato della politica di spesa assistenziale voluta dal PUS ( partito unico della spesa) per anni, ove ha contribuito certamente il Covid, ma non da meno RdC e quota 100. E allora si dovrà ritenere che in un momento di crisi generale dovuta al Covid, essendo necessaria una iniezione di liquidità, non potrà esistere azione migliore che prendere danaro laddove costi meno. Non vi sono altre vie.

Carlo Cottarelli ha dichiarato che il MES costa meno dei BTP, contraddicendo quanto affermato da Conte, secondo cui il MES implicherebbe nuove tasse. I BTP costano undici volte tanto. Il costo del denaro tra MES e BTP è 1 a 11. Tutto il resto: credibilità internazionale, prestito privilegiato, rischi di vederci declassati, rappresentano una vox populi per giustificare, in realtà, la guerra interna ai 5stelle, ma non v’e’ dubbio che ciò che declassa di più all’occhio delle Agezie internazionali è il livello di indebitamento di uno stato, la quantità e non la qualità dei suoi finanziamenti. Ad oggi 5 paesi europei hanno fatto ricorso al MES e nessun declassamento è avvenuto.

È paradossale che un partito che propone il taglio del numero dei parlamentari per risparmiare 50 milioni di euro l’anno, ne spenda oltre 1 miliardo in più per interessi passivi su un prestito, che avrebbe potuto evitare, solo scegliendo un altro finanziamento. Ecco, questo è il costo dell’antieuropeismo che debbono pagare i cittadini italiani. D’Altronde cosa ci aspettavamo da forze politiche che tendono ad aprirsi alla Cina e sono sempre state euroscettiche ed antieuropeiste nel DNA? Ma ricordate i comizi di Grillo per un ritorno alla lira? Non è un caso che da Giogia Meloni a Salvini, sino a Di Maio, rispettivamente filoamericana; filorusso e filocinese, esista un fronte comune contro il MES. Esso rappresenta un movimento trasversale che crea una posizione di contrasto dentro la stessa maggioranza che si fa opposizione da sola ( PD e M5S).

Ed invero, è compito di una buona destra, liberale ed europeista, battersi per creare una Europa più forte, i nuovi Stati Uniti d’Europa, affinché l’Europa abbia più forza internazionale, oltre che rappresentatività e azione popolare, fatta di scelte democratiche condivise e dettate dalla sovranità popolare. Nessun Europeo credo che voglia diventare colono russo, cinese o americano, ma tutti vogliamo riprendere il progetto di Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Altiero Spinelli, giunto a metà strada e bloccato dai sovranismi del referendum Francese e Olandese.

Rendiamoci conto che il sovranismo non fa bene agli europei, ed oggi sta costando molto, gli italiani lo vedranno tra poco sapete come? Ovvio, con le tasse ulteriori per pagare gli interessi dei BTP.