Il leader naturale del fronte repubblicano è Carlo Calenda

Nonostante alcuni errori, non vi è dubbio che Carlo Calenda è l’unico leader naturale di quello che viene definito Fronte Repubblicano. Non si tratta certamente di un polo liberale, che sarebbe un progetto elitario e di nicchia guardato con distacco dagli elettori.

L’ex Ministro dello Sviluppo Economico, con le sue competenze tecniche e la sua franchezza politica, è l’unica figura capace di guidare, o meglio, costruire, questa coalizione . Un fronte politico sempre più necessario se si guarda alle derive sempre più estremiste e anti-europeiste del nostro paese.

Calenda ha il dovere e la capacità di guidare un gruppo che riunisce personaggi come Benedetto Della Vedova e Filippo Rossi (già insieme in Futuro e Libertà), ma anche Carfagna, Gelmini e veri moderati oggi in Forza Italia. E cio’ senza trascurare Renzi, Moratti ( che tuttavia a differenza di Calenda non possono rappresentare una nuova offerta politica), o qualsiasi altra personalità o movimento politico che desidera opporsi al Fronte Nazionale Italiano, costruito da FDI e Lega.

Contrariamente a quanto sostenuto da Gaggini in un recente articolo su questo giornale (Calenda: leader di chi e di che cosa?), il Repubblicanesimo di stampo francese è un’identità ben precisa che Carlo Calenda con Azione incarna con forza.

Non abbiamo bisogno di una rivoluzione liberale, un ossimoro usato da Berlusconi per ingannare generazioni di Italiani. Abbiamo bisogno di costruire un’alternativa di governo europeista ed atlantista che possa finalmente riportare il nostro paese al livello che merita come fondatore dell’UE e membro del G7.

L’unica speranza per riuscire in questo compito, che darebbe finalmente non solo stabilità ma anche buon governo, è che Carlo Calenda si liberi dalle pastoie del partito, dai congressi, dalle elezioni amministrative ecc., e torni ad occuparsi dell’Italia.

Azione non avrebbe motivo di esistere senza di lui. Non vi è alcun dubbio su questo punto. Carlo Calenda è un leader e come tale deve rimettersi “in marcia“, parlando direttamente agli elettori e ignorando, una volta per tutte, il bipolarismo, ciò che il PD fa o non fa, ciò che il centrodestra fa o non fa e i delusi di entrambi gli schieramenti. In una parola, deve guardare avanti e far conoscere la nostra proposta politica per l’Italia

Dopo tutto, “La République En Marche” era il nome originale del movimento di Macron, il cui cursus honorum dovrebbe essere un punto di partenza anche per Calenda.

Tuttavia, servono azioni concrete da qui alle prossime elezioni europee, che si svolgeranno con un sistema proporzionale, per convincere gli italiani che c’è realmente la possibilità di rompere lo stallo in cui siamo caduti con il governo Conte e poi con Meloni, eccezion fatta per la parentesi Draghi.

In termini pratici, bisogna “uscire dal palazzo“, parlare alle persone e non ai partiti o agli schieramenti (che rappresentano sempre meno elettori). In questa prospettiva, sarebbe bello vedere il Fronte Repubblicano guidato da Azione inaugurare, come fu per Atreju per FDI o le passate feste dell’Unità, una grande manifestazione politica annuale per affermare e divulgare la propria identità politica sui temi più caldi del momento.

Altrettanto fondamentale sarebbe per Calenda e Azione avere un giornale di partito, un vero quotidiano e non la lavagna del padrone come il Riformista di Renzi. Attraverso questo, il leader naturale del Repubblicanesimo Italiano potrebbe cominciare, con giornalisti e intellettuali di vari ambiti, a costruire la proposta di governo per l’Italia e per l’Europa.

Sarebbe fantastico se, grazie a Carlo Calenda, potessimo leggere di nuovo ‘L’Italia Libera‘, che fu il giornale ufficiale del Partito d’Azione.

Essere in Azione è una scelta naturale e necessaria per noi e per una buona destra, ma non più sufficiente. È il momento di passare all’Azione.

Abbiamo un leader, Carlo Calenda. Costruiamo tutti insieme il fronte. L’Italia ce lo chiede.