“Non lo ascolterò per colpa sua rischiamo la terza guerra mondiale”. Emanuele Dessì, eletto con l’M5S, ora senatore comunista, non andrà ad ascoltare Zelensky in Parlamento. In un’intervista a «La Repubblica» il politico ha chiarito i motivi della sua posizione: “La mia solidarietà va al popolo ucraino, non ai suoi governanti”. Alla domanda diretta “Lei è filo Putin?”, Dessì ha risposto così:
“No. Solidarietà al popolo russo, non ai suoi governanti. Il mio è un ragionamento sociale”.
Ma cosa significa? Perché non è solidale con Zelensky? “Anche lui ha le sue colpe. Non ha fatto nulla per evitare i rischi di una guerra. Doveva impedire che i suoi battaglioni aggredissero chi invocava l’autonomia nel Donbass. È come se da noi in passato il capo del governo chessò Renzi o Berlusconi – avesse mandato l’esercito contro la Lega che chiedeva l’autonomia di Lombardia e Veneto”, ha spiegato Dessì, che ha aggiunto di non giustificare l’invasione. “Non vado a legittimare con la mia presenza un leader che chiede la No Fly Zone”, ha rimarcato il senatore comunista.
Nella stessa intervista Dessì ha detto di non avere alcuna stima per Putin, ma di avere a cuore il solo destino dell’Italia (come se gli altri, quelli che sostengono Zelensky, se ne fregassero invece): “Noi saremo i primi a pagare, come dimostrano le minacce russe”. Il senatore si è definito non a favore di Putin. Le sue dichiarazioni sembrano tuttavia non tenere affatto conto di quanto sta subendo l’Ucraina, una nazione democratica aggredita, invasa da un giorno all’altro.
E se fosse successo a noi? “Sono solidale con quel popolo. È giusto dargli sostegno e aiuti. Ma ho tre figli e in guerra per Zelensky non ce li mando”, la replica secca di Dessì, contrario anche all’invio delle armi. Come dovrebbero difendersi dunque gli ucraini? Come resistere? “La lotta è impari. Kiev non può che soccombere”. Per lui l’Ucraina dovrebbe fare una cosa sola: “Il suo presidente la deve smettere di chiedere aiuti militari perché ormai l’invasione c’è stata”, escludendo che Putin possa puntare ad altri paesi. Per Dessì non ci sarebbe nessuna sfida tra democrazia e autocrazia (ma sul serio?): “Non credo che la nostra democrazia sia compiuta. È una finta democrazia pacifista. Non vedo tutta questa superiorità”.