Il generale Graziano: “Armi all’Ucraina per difendere anche l’Europa”

L’Occidente ha il dovere morale di sostenere l’Ucraina con le armi per ricacciare fuori dai suoi confini gli invasori russi. Lo ribadisce il generale Graziano, a capo del Comitato militare UE, che in un’intervista al Corriere della Sera sottolinea l’importanza di una reazione ferma dell’Europa.

“Supportare l’Ucraina con armi pesanti e uomini serve a isolare la governance russa dai contesti internazionali e sostenere quegli Stati che rischiano di essere il prossimo obiettivo di Mosca – afferma il generale Graziano -. Senza l’invio di armi all’Ucraina oggi, molto probabilmente, Putin avrebbe il controllo del governo di Kiev minacciando direttamente i confini dell’Unione Europea. Senza considerare che Moldavia, Georgia e Bosnia, in assenza di una ferma risposta europea e occidentale, avrebbero probabilmente subito le stesse attenzioni di Putin”.

Se mai ci fosse bisogno di spiegarlo ancora una volta ai vari Salvini, Conte, Orsini, Santoro e compagnia cantante (stonata), “siamo di fronte a una ingiustificata invasione da parte di uno Stato, la Russia di Putin, ai danni di uno Stato libero, sovrano e democratico che ha il diritto, e il dovere, di difendersi – spiega -. Per evitare che questa assertività russa si estenda ulteriormente è importante essere al fianco dell’Ucraina e impedire che il conflitto si allarghi”.

Non fa una piega. Perché la pace si costruisce non con la resa di chi è invaso, ma fermando gli invasori. “Se le forze ucraine non riusciranno a respingere l’invasore il rischio reale è quello di un calo, anche fisiologico se vogliamo, dell’intensità delle operazioni che però potrebbero prolungarsi per anni, scavando una profonda trincea nelle relazioni fra le grandi potenze, generando definitivamente un conflitto d’attrito – conclude -. Io penso che mai come oggi la guerra minaccia così da vicino il Vecchio continente ma anche che arriveremo ad un nuovo equilibrio tra le potenze”.

L’esigenza di creare un esercito europeo, una struttura di difesa comune dell’Europa non è una scelta più rimandabile.