Per contenere le destre populiste, estreme e sovraniste, non resta che il fronte repubblicano. È l’unica strada percorribile. Lo spiega chiaramente nel suo editoriale uscito su «Domani» Piero Ignazi: “Le ragioni per costruire un fronte repubblicano di salvezza nazionale non si limitano all’abisso ideale che divide la sinistra dalla destra bensì al calcolo delle probabilità di vittoria”. Per spuntarla contro Lega-FdI-Fi ai collegi uninominali, dove viene eletto chi arriva primo, serve un candidato comune del fronte repubblicano. Per il politologo “qualunque altra presenza di una formazione di centro o di sinistra azzoppa il tentativo di sopravanzare il rappresentante avversario”.
“Le chance di vittoria del fronte repubblicano risiedono nella capacità di superare rivalità e dissidi. Il numero delle piccole sigle e le ambizioni personali che attraversano il campo democratico indeboliscono le possibilità che si realizzi questa assenza”, spiega Piero Ignazi. Per quest’ultimo il Pd dunque non ha che due opzioni all’orizzonte: “O costruire un fronte alternativo alla destra, o andare da solo stringendo eventualmente qualche accordo limitato e contingente che non snaturi il partito né lo obblighi a compromessi defatiganti”. Resta il nodo del M5s (il partito di Conte): escludere del tutto i grillini da un’eventuale alleanza vista la caduta del governo Draghi è più che comprensibile, ma il Pd non può ignorare che senza di loro la speranza di vittoria si riduce. Ed è proprio quest’ombra che dovrebbe comunque far da stimolo al segretario dei Dem Enrico Letta, che potrebbe alla fine anche decidere di correre da solo.
“Il Pd ha di fonte a sé queste due strade. Ne scelga una. Soprattutto, eviti di impastoiarsi con richieste e ricatti da parte di quelle piccole formazioni che hanno il solo scopo di piazzare qualche candidato in collegi sicuri”, evidenzia Piero Ignazi. Il politologo conclude il suo ragionamento con una riflessione che vale come una sentenza più che consiglio: “Meglio che il partito affronti le elezioni valorizzando le proprie risorse”. Vale un po’ per tutti.