L’accordo tra Unione Europea e Tunisia, noto come Memorandum, è andato in pezzi. Inizialmente voluto da Giorgia Meloni e firmato da Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte, mirava a stabilire intese e fermare il flusso dei migranti verso l’Unione Europea. Tuttavia, la sua implementazione è stata tutt’altro che senza intoppi.
La Tunisia ha restituito 60 milioni di euro all’Unione Europea. Tale somma era parte di una tranche di aiuti erogati in base a vecchie intese e non direttamente legati al Memorandum. Un portavoce di Palazzo Berlaymont ha confermato che la Commissione Europea era stata informata di questa restituzione, ma ha sottolineato che si sta continuando a lavorare sui cinque pilastri del Memorandum.
La questione principale riguarda l’attuazione dell’accordo. La scarsa attenzione agli standard minimi legati ai diritti umani, denunciata soprattutto dal governo tedesco e dalla ministra degli esteri della Germania, Analena Baerbock, ha scatenato polemiche che hanno ritardato il processo. A Berlino, persino tra i socialisti, il Memorandum è stato giudicato “fermo” e non funzionante.
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Il presidente tunisino Saied sempre più insoddisfatto dei ritardi, aveva affermato che la Tunisia non ha bisogno dell’elemosina dell’Unione Europea. Il commissario europeo Oliver Varhelyi, presente agli incontri tra Meloni e il governo tunisino, ha pubblicamente provocato Saied su Twitter, mostrando la lettera con cui la Tunisia aveva richiesto i fondi europei e chiedendo di restituirli se avevano cambiato idea.
In risposta a questa provocazione, la Tunisia ha effettivamente restituito i 60 milioni di euro a Bruxelles. Il presidente Saied ha giustificato questa mossa affermando che il metodo violava la dignità del suo paese e che era stato deciso senza una consultazione adeguata. Il popolo tunisino sembra rifiutare i favori previsti in qualsiasi forma e desidera trattare in uno spirito di partenariato strategico basato sull’uguaglianza e sul rispetto.
Il dialogo tra l’Unione Europea e la Tunisia sembra ora essere interrotto, e il Memorandum, inizialmente promosso da Meloni, è ormai andato completamente in fumo. In questo contesto, alcune voci parlano di un possibile accordo tra la Tunisia e l’Arabia Saudita, suggerendo che il presidente Saied abbia altre opzioni e stia esplorando nuovi partenariati per il futuro. Un boccone amaro per Giorgia Meloni, ora ulteriormente in difficoltà sulla questione migranti.