Con una intervista al ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, peraltro in esclusiva europea, Rete 4 e la trasmissione di approfondimento Zona Bianca sono diventate una imbarazzante cassa di risonanza per la propaganda russa ad altissimi livelli (visto il calibro del personaggio). Se è vero che Mediaset (assieme a La7) non è nuova a ospitare personaggi russi o filorussi di dubbia credibilità, non possiamo non interrogarci sul perchè il ministro Lavrov abbia proprio scelto Rete 4 per diffondere le proprie bugie in diretta TV, per la prima volta rivolgendosi direttamente agli occidentali e, in particolare, agli italiani. E, soprattutto, ci domandiamo come la rete possa aver accettato una simile soluzione, peraltro senza la garanzia di un contraddittorio (anche istituzionale) che quantomeno avrebbe potuto animare un dibattito politico giornalisticamente sensato nell’interesse dell’opinione pubblica.
Invece no!, si è scelto l’audience per l’audience! Il richiamo del nome importante e discusso a scapito della verità. Questo non è fare informazione! Questo è sciacallaggio puro sulla pelle degli ucraini. Perchè, con l’intervista di Lavrov e le modalità con cui questa è stata condotta, la rete ha abdicato totalmente alla propria funzione. Intervista senza domande giornalisticamente efficaci da parte di Giuseppe Brindisi, quella del ministro degli esteri russo, è divenuta subito monologo di guerra e di propaganda russa. Fake news in diretta tv e a ciclo continuo, con atteggiamento prono di imbarazzante accettazione del punto di vista dell’aggressore, successivamente ribadito da altri ospiti in studio e dal giornalista decano russo Dimitrj Kiselyov, a capo della informazione del Cremlino.
Prima fake new: L’occidente combatte sul campo la guerra in Ucraina. Falso! Non esiste “boot on the ground” occidentale in questa guerra, e il Ministro, prima di fare una affermazione di questo genere, dovrebbe quantomeno offrire qualche prova in merito. E invece, niente! Seconda fake new: La Russia ha lavorato e sta lavorando per una riduzione del rischio nucleare. Falso! Le tv russe proiettano a ciclo continue le immagini delle città europee distrutte e rase al suolo dall’arsenale nucleare russe e Putin medesimo ha evocato lo spettro della guerra totale a partire dal 9 Maggio prossimo, minacciando più volte l’ecatombe atomica.
Terza fake new: la denazificazione è legittima. Zelensky porta avanti idee naziste e antisemite e che la sua origine ebraica non sarebbe una reale prova del contrario visto che “gli ebrei sono i peggiori nemici degli ebrei e anche Hitler era ebreo di origine”. Falso! Senza voler concentrare l’attenzione sul violento antisemitismo che traspare da queste parole e sulle ardite ricostruzioni storico-genealogiche sul Fuhrer, nessuna politica antisemita o nazista è stata portata avanti dal governo di Kiev, il quale peraltro nel suo programma aveva anche la smilitarizzazione del battaglione Azov (il più vicino a ideologie nazionaliste, anche se la loro presunta “natura nazista” è tutta da dimostrare).
Di contro, però, il sedicente antinazista Lavrov liquida semplicisticamente il battaglione Wagner – di matrice questa sì nazista – definendolo semplicemente una realtà privata. Ah la santa libertà di impresa che sbarca pure nell’ex URSS! Peccato che, da decenni, vengano assoldati per il lavoro sporco per conto di Mosca, senza che nessuno abbia mai sentito il bisogno di denazificare la Russia. Evidentemente a Lavrov quei nazisti piacciono assai. Quarta fake: Bucha sarebbe una bufala. Nella ricostruzione fantasiosa che dà della strage, sarebbero immagini precedenti al 30 Marzo, ma “non voglio approfondire”. Invece, approfondire sarebbe d’obbligo visto che ci sono numerosi report e immagini di giornalisti indipendenti presenti in loco che smentiscono clamorosamente le falsità dette da Lavrov. Quinta fake: Il ministro mente sapendo di mentire quando sostiene che la guerra è stata iniziata per liberare il Donbass, dove peraltro, solo una minima parte vede i russi come liberatori, come sta dicendo proprio in questo momento, Fausto Biloslavo. E, come già detto tante volte, le modalità dell’invasione e il puntare direttamente a Kiev, collidono chiaramente con quanto dichiarato da Lavrov.
Ancora, secondo Lavrov, sarebbe Zelensky a ostacolare il processo di pace e sarebbe sempre lui a dover interrompere le ostilità e lasciare scappare i civili. Falso! Le ostilità sono state aperte dai russi e da questi continuamente portate avanti, anche durante la visita del Segretario ONU Guterres, peraltro irriso in diretta TV dal ministro russo. E, dettaglio non irrilevante, i civili li stanno massacrando i russi, non gli ucraini. Insomma, il solito campionario di bufale propagadiste che Lavrov sta spargendo a piene mani da più di due mesi e che adesso grazie alla scellerata scelta di Mediaset ha potuto fare in diretta, per la prima volta in una TV occidentale.
La domanda è: Possiamo ospitare nei nostri media tali oscenità? Possiamo continuare a garantire spazi di libertà a questi avvelenatori di pozzi (e di menti), peraltro senza alcuna condizione di reciprocità (a meno che Rossjia 1 non inviti Mario Draghi ad esempio)? La risposta in un paese normale, dovrebbe essere: No. Non possiamo! E invece, ciò accade e non solo con Lavrov. Perche? E non vengano a raccontarci che è libertà di stampa, a meno non di non voler ritenere che se Zona Bianca fosse andata in onda negli anni 40, sarebbe stato giusto invitare Goebbels.