Il buffet sovran-populista di Salvini: un menù per il disastro europeo

Una folla brulicante di ideologie contraddittorie e mete politiche sfocate – questo sembra essere il panorama europeo disegnato dal vicepremier Salvini nella sua intervista al Corriere. Come un moderno Pifferaio di Hamelin, Salvini tenta di condurci lungo un sentiero tortuoso, dichiarando con audacia che “Marine Le Pen è apprezzata da una fetta consistente di francesi e da anni rappresenta la principale forza di centrodestra in Francia.”

Questa è l’equivalente politico di un coniglio che si autoproclama un leone. Sarebbe risibile, se non fosse così pericoloso. Le Pen, per quanto possa essere apprezzata da una parte della popolazione francese, non rappresenta l’ideologia di centrodestra ma un mix di nazionalismo estremo, xenofobia e anti-europeismo.

Un pranzo a buffet del populismo di destra che mette insieme i peggiori ingredienti, dalle velleità sovraniste di Le Pen all’estremismo di AfD, sotto il grande tendone del “centrodestra” europeo. E come se non bastasse, Salvini osa affermare che l’AfD “ha rinnovato vertici e personale politico.” Sì, e il lupo si è messo una pecora di lana per sembrare meno minaccioso.

Invece di impegnarsi a rafforzare l’Unione Europea e a sostenere i valori fondamentali che l’hanno creata, Salvini sceglie di flirtare con le forze che minano attivamente il progetto europeo. Conferma così la tesi di chi sostiene che un’eventuale maggioranza di tutte le destre in Europa sarebbe una follia che spezzerebbe il sogno di un’Europa più forte.

Caro Salvini, studia: il Mes non è una cattiva notizia!

Ma è il “sogno” di Salvini che è il più pericoloso. Una coalizione che unisce le forze della xenofobia, del nazionalismo e dell’anti-europeismo non è ciò di cui l’Europa ha bisogno in questo momento critico. Non è ciò di cui l’Italia ha bisogno. E, soprattutto, non è ciò che il centrodestra liberale ed europeista, al quale sono orgogliosamente associato, rappresenta.

L’Europa è un progetto di pace, di cooperazione e di prosperità condivisa. Non è un progetto che possa essere manipolato per adattarsi alle ambizioni politiche di chiunque. Se Salvini desidera davvero essere un leader europeo, deve riconoscere questo fatto e agire di conseguenza. Perché l’Europa che noi, liberali europeisti, sogniamo non ha nulla a che fare con la visione distorta proposta dal vicepremier.