Il 9 maggio i MiG-29 si alzeranno in volo sulla Piazza Rossa per disegnare la Z simbolo della invasione russa della Ucraina. Ovvero la “operazione militare speciale”, come la chiama la propaganda del Cremlino per manipolare il popolo russo e le opinioni pubbliche occidentali.
Il 9 maggio è il Giorno della Vittoria, la celebrazione della sconfitta del nazismo nel 1945. La vittoria nella “Grande guerra patriottica” combattuta dai sovietici.
Nelle ultime settimane abbiamo letto e ascoltato di tutto sull’uso che Putin avrebbe fatto per strumentalizzare il 9 maggio e dichiarare che la “missione compiuta” in Ucraina. La vittoria contro Kiev. Invece non sarà così.
La prima offensiva, quella che doveva portare i carri armati russi nel cuore di Kiev per il ‘cambio di regime’ è fallita. La seconda opzione, assicurarsi il Donbas, il sud e l’est ucraino, stenta a diventare un obiettivo raggiungibile.
A un mese di distanza dalle dichiarazioni sulla “conquista di Mariupol”, ci sono ancora duemila tra marines e miliziani ucraini nelle acciaierie bombardate da settimane. Un’altra nave russa sembra essere stata colpita nel Mar nero. E il governo di Kiev aspetta i nuovi carichi di armi occidentali per la controffensiva estiva.
Zelensky del resto è stato chiaro: si parlerà di pace solo quando i russi torneranno indietro, ai confini pre invasione.
Dal Cremlino fanno sapere che il 9 maggio non ci saranno dichiarazioni ufficiali sulla guerra in Ucraina. Anche perché, se Putin dovesse dichiarare vittoria, il mondo intero gli riderà dietro.
In compenso, il Cremlino potrebbe invitare i russi alla mobilitazione generale, a resistere alle sanzioni, oppure confermare l’annessione delle due Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e della regione di Kherson.
Comunque vada, il 9 maggio per Putin non ci sarà niente da festeggiare.